Scintille tra Conte e Salvini il governo passa per 8 voti

Alessandra Severini
Anche a Palazzo Madama, come il giorno prima a Montecitorio, va in scena lo stesso spettacolo: il premier Conte chiede la fiducia per il suo governo, 5Stelle e Pd votano insieme ma si guardano ancora con sospetto mentre dai banchi della Lega volano insulti e accuse.
Stavolta però lo scontro fra il premier Giuseppe Conte e Matteo Salvini è un faccia a faccia, poiché il leader leghista siede nell'emiciclo del Senato e non è fuori in piazza a protestare. I due non nascondono l'insofferenza reciproca.
Il capo del Carroccio ha attaccato il premier, «La sua poltrona è figlia della slealtà, governerebbe pure con i terrapiattisti. è l'uomo che sussurrava alla Merkel». Conte ha rintuzzato sottolineando l'arroganza per aver chiesto i «pieni poteri» e di «essere rimasto all'arroganza dell'8 agosto». «Assegnare ad altri le proprie colpe non è da leader», ha concluso velenoso e, ai senatori leghisti che intonavano in coro «Dignità, dignità» ha urlato: «Poi con calma nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane». Anche a Palazzo Madama come già a Montecitorio non sono mancate le contestazioni, le urla, la bagarre sollevata dai banchi del Carroccio. La senatrice leghista Borgonzoni ha mostrato una maglietta che faceva riferimento a Bibbiano. Cori «elezioni, elezioni» e «Bibbiano, Bibbiano» hanno accompagnato gli interventi di alcuni senatori di maggioranza tanto che la presidente Elisabetta Casellati è stata costretta a sospendere la seduta per alcuni minuti. Anche Conte è stato accolto in aula dal coro «traditore, traditore». Alla fine comunque l'esecutivo Conte II ha ottenuto la fiducia: 169 i voti favorevoli, quelli di Pd, M5s e Leu a cui si sono aggiunti quelli dei senatori a vita. Tra questi Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio che, nel giorno del suo 89esimo compleanno, ha motivato il suo sì con parole inequivocabili: «Vorrei che questo governo nascesse dalla consapevolezza di uno scampato pericolo, dal senso di sollievo dopo che si è giunti sull'orlo di un precipizio». Nella maggioranza qualche malpancista si è sfilato. Lo ha fatto per esempio il senatore del Pd, Matteo Richetti che si è astenuto. Stessa scelta per il pentastellato Paragone. Alla fine però Conte ha potuto esultare con un tweet: E' un nuovo inizio per l'Italia, una stagione riformatrice di rilancio e speranza. Al lavoro con coraggio e determinazione. Il primo Cdm si terrà domani e il primo banco di prova sarà la manovra di bilancio. L'obiettivo è sterilizzare l'Iva e attuare il taglio del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori. Ma c'è il nodo delle risorse, con il premier Conte che oggi sarà a Bruxelles per iniziare la difficile mediazione sulla flessibilità.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Settembre 2019, 05:01
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