Ilaria Ravarino
BERLINO - Meno male che c'è Juliette Binoche. In una Berlinale

Ilaria Ravarino
BERLINO - Meno male che c'è Juliette Binoche. In una Berlinale a secco di star, con grigi film fuori e dentro il concorso, la presidente di giuria del festival di Berlino è l'unica a movimentare le acque di un'edizione mai tanto sotto tono. E così, dopo aver spezzato una lancia per Harvey Weinstein, il produttore molestatore, durante la conferenza di presentazione della giuria («Vorrei che trovasse la pace nel suo cuore»), ieri Binoche ha catturato l'attenzione generale con un film, Who You Think I Am di Safy Ebbou in cui recita una bollente scena di sesso virtuale al telefono con il giovane francese Francois Civil. Che, nel 2011, aveva interpretato la parte di suo figlio nel film Elles. «È stato tutto molto veloce, abbiamo fatto in fretta. Lui era piuttosto imbarazzato, ma l'ho trovato molto dolce. Sono cose che capitano, nel nostro mestiere».
Nel film, che in Italia arriverà in apertura del prossimo Biografilm festival di Bologna, Binoche è Claire, una cinquantenne abbandonata dal compagno che si inventa una nuova, e più giovane, identità virtuale su Facebook. La professoressa Claire diventa così la 24enne Clara, protagonista di un flirt tanto intenso quanto inaspettato: «Questa vertigine emotiva in cui finisce il mio personaggio è una diretta conseguenza dei social media - ha detto Binoche - piattaforme sulle quali chiunque può inventarsi una nuova identità e nutrire il proprio desiderio. Anche sessuale». Un film «che funziona come una matrioska, in cui un'emozione ne contiene un'altra, ma su tutte ne prevale una: il senso di abbandono di una donna ferita».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Febbraio 2019, 05:01
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