Tre cadaveri bruciati e un mistero: l'ombra del serial killer a Roma

Tre cadaveri bruciati e un mistero: l'ombra del serial killer a Roma

di Emilio Orlando
Tre cadaveri carbonizzati in due settimane e un solo mistero: le cause della morte. Due rebus che tengono banco negli uffici dei detective della omicidi di polizia e carabinieri. Un serial killer, la stessa mano omicida in tutti e due gli episodi? Potrebbe essere un'ipotesi verosimile, una volta esclusa quella dell'omicidio suicidio. Elementi comuni ai macabri ritrovamenti sono l'assenza di tracce sulla scena del crimine che possano condurre agli assassini e la mancanza di testimoni. Nessuno, in tutti e due i casi ha visto o sentito nulla. Entrambi gli orrori sono affiorati in zone molto isolate al riparo da occhi indiscreti.

Le ombre legate al giallo del ritrovamento a Torvaianica in provincia di Roma dei due corpi carbonizzati della quarantottenne Maria Corazza e del trentanovenne Domenico Raco, forse, verranno chiarite oggi, dopo i risultati dell'autopsia in programma questa mattina al reparto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Come nel caso della donna trovata bruciata in via di Trigoria ai primi di giugno, distante solo una dozzina di chilometri dal luogo del macabro ritrovamento di venerdì mattina, i corpi erano irriconoscibili e le fiamme avevano divorato tutti gli organi. I medici legali durante l'autopsia sul cadavere di Trigoria non erano nemmeno riusciti a stabilire le cause della morte.

Tra conferme, smentite che si rincorrono sul duplice ritrovamento di Torvaianica la pista che per il momento sembra quella più accreditata, è quella dell'omicidio suicidio. Forse, Domenico detto Mimmo il calabrese accecato dall'ira perché Maria Corazza aveva rifiutato le sue avance, l'ha prima colpita e poi soffocata. Al culmine dell'omicidio potrebbe poi aver dato fuoco alla Ford Fiesta dove poi si è lanciato anch'egli tra le fiamme. Gli inquirenti non escludono del tutto nemmeno la pista dell'esecuzione. Qualcuno potrebbe aver seguito la coppia mentre si dirigeva in via di San Pancrazio, una zona isolata in aperta campagna della località balenare a pochi chilometri dalla Capitale. La posizione dei due cadaveri, uno sul sedile anteriore, quello della donna adagiato su quelli posteriori, potrebbe lasciare spazio all'ipotesi della presenza, insieme alle due vittime, di una terza persona. Le indagini, portate avanti dai carabinieri della compagnia di Pomezia e del reparto investigativo di Frascati, stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Domenico e Maria. Il compagno di quest' ultima è stato ascoltato per ore come persona informata sui fatti ed ha fornito agli inquirenti un alibi di ferro, che è stato verificato.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Giugno 2019, 08:59
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