Giammarco Oberto
Solo due parole e un cenno del capo. «I do», lo penso.

Giammarco Oberto
Solo due parole e un cenno del capo. «I do», lo penso. E tanto basta ad aprire scenari che riportano il mondo indietro di decenni, quando Stati Uniti e quella che allora era l'Urss si sfidavano puntando i missili al cielo, in un tremolante equilibrio del terrore nucleare che nel 1947 il giornalista Walter Lippmann sintetizzò con l'espressione Guerra Fredda.
Un cenno del capo del presidente americano Joe Biden all'infingarda domanda del giornalista dell'Abc George Stephanopoulos apre uno scontro aperto tra quelle che ancora oggi sono potenze mondiali con arsenale atomico. «Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un assassino?». «I do» risponde il presidente. «E gli ho anche detto - i due presidenti hanno avuto una conversazione il 26 gennaio - che non credo che lui abbia un'anima». E mentre gli analisti politici si chiedono se sia una gaffe - Biden è celebre per le sue uscite - o una presa di posizione netta, le parole del capo della Casa Bianca aprono di fatto la prima gravissima crisi internazionale da quando si è seduto nello Studio Ovale. Su Putin la sua risposta è sprezzante, quando Stephanopoulos gli chiede del rapporto dei servizi segreti sulle interferenze russe nelle elezioni del 2020, appena declassificato, e in cui si legge nero su bianco che «Putin ha dato ordine di disturbare le presidenziali del 2020, così come aveva fatto nel 2016», servendosi di «personalità vicine a Trump». «Putin pagherà un prezzo per ciò che ha fatto», risponde Biden.
La bomba è sganciata, e il Cremlino non sta a guardare. La risposta arriva dal presidente della Duma Viaceslav Volodin: «Gli attacchi» contro Putin «sono attacchi contro il nostro Paese». «Biden ha offeso tutti i russi». E l'ambasciatore è stato richiamato a Mosca.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Marzo 2021, 05:01
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