Giammarco Oberto
Loro avevano dato l'allarme, il pomeriggio dell'8 maggio: «Nostra

Giammarco Oberto
Loro avevano dato l'allarme, il pomeriggio dell'8 maggio: «Nostra madre è andata a fare una passeggiata e non è più rientrata». Loro avevano partecipato attivamente alle ricerche. E loro, secondo la procura di Brescia, stanno mentendo. E dopo un weekend di serrati interrogatori, la pm Katy Bressanelli le ha iscritte entrambe nel registro degli indagati. L'accusa è pesantissima: omicidio.
Loro sono due delle tre figlie (un'altra è affetta da autismo) di Laura Ziliani, 55enne, ex vigilessa a Temù, un paesino della Valle Camonica, ora impiegata nel Comune di Roncadelle, in provincia di Brescia. L'indagine è avvolta nel più stretto riserbo, ma le due ragazze, che hanno 27 e 19 anni, sono state indagate dopo una serie di incongruenze nei racconti della figlia maggiore e della minore. E poi c'è il cellulare di Laura, che avrebbe sicuramente portato con sé: è stato ritrovato dai carabinieri tra le pieghe del divano nella casa di famiglia a Temù.
La donna era stata cercata per giorni nella zona di Temù - la stessa dove il marito era morto una decina di anni fa, travolto da una valanga - da 150 persone tra volontari e professionisti, con i cani molecolari. Era stata perfino svuotata la diga Edison. Niente, nessuna traccia. Volatilizzata. Quindici giorni dopo la scomparsa un escursionista aveva trovato una scarpa da trekking marca Salomon sul greto del torrente Fiumeclo, un affluente dell'Oglio che passa in paese a Temù. Una delle figlie ha riconosciuto la scarpa, come ha fatto anche il nuovo compagno di Laura, l'altra no. Un ritrovamento sospetto, a quanto pare, che ha aperto nuove piste, fino al colpo di scena dell'indagine per omicidio. La casa di Villa Dalegno è stata messa sotto sequestro.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Giugno 2021, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA