Ferruccio Gattuso
Il mondo cambia, corre e rallenta, assume nuove abitudini e,

Ferruccio Gattuso
Il mondo cambia, corre e rallenta, assume nuove abitudini e, di questi tempi, perde qualche speranza. Loro invece sono i Nomadi e, a dispetto del nome, non si muovono di un millimetro: sui valori, su cosa debba essere la musica e sul potersi permettere di essere fuori moda. C'è un nuovo album Solo esseri umani (Bmg), il 36esimo fatto in studio, in uscita oggi che ancora una volta dimostra tutto questo. Lo racconta Beppe Carletti (terzo da sn nella foto), anima dei Nomadi.
Undici tracce e un sottotitolo che scandisce tre parole: Valori, Amore e Vita. Sono sempre la bussola dei Nomadi?
«Certo, tanto più per questo disco che abbiamo realizzato dopo un'estate un po' crudele a illuderci».
Sembrava si potesse tornare alla normalità.
«Sì, noi eravamo riusciti a realizzare sedici serate. Intanto raccoglievamo le idee di quanto scritto durante la difficile primavera 2020».
Come ha passato quel primo lockdown?
«In casa a leggere e, soprattutto, a buttarmi sul pianoforte, a studiare. Alla seconda chiusura, invece, c'era più stanchezza psicologica».
Quando ha preso forma il disco?
«A fine estate siamo entrati in studio a Reggio Emilia, poi si è richiuso tutto e ci siamo trovati in una situazione strana: preoccupati per il futuro dei live, ma animati dalla voglia di suonare. Sono state prove e registrazioni di assoluto divertimento e positività».
Il singolo di lancio Frasi nel fuoco punta su ritmi celtici e energia: un manifesto di ripresa?
«Proprio così: vogliamo dire a tutti che è ora di ritornare alla vita. Anche il videoclip, con musiciste e artiste circensi donne, ne è un simbolo».
La vostra sonorità è chiara e genuina: cosa ne pensa della scena musicale attuale?
«Le generazioni indubbiamente cambiano, ma non riesco a rassegnarmi a quest'epoca di canzoni usa e getta, poco suonate. Penso a quando iniziai a girare l'Italia nel 1963: volevo solo suonare su un palco, non pensavo ai dischi. Era fame di musica suonata. Ancora oggi mi definisco un orchestrante».
Un brano interpretato con Enzo Iacchetti e uno dedicato a Augusto Daolio. Come sono nati?
«Partiamo da Enzo: siamo amici da un po'. Solo esseri umani è la canzone più teatrale del disco, e lui era perfetto, anche per il testo, un'invocazione alla gente sul senso della vita. Quanto ad Augusto, da tempo pensavamo a dedicargli una canzone. Non sai mai perché ti decidi alla fine, ed è uscita Il segno del fuoriclasse».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Aprile 2021, 05:01
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