Evan Peters ha un master in personaggi eccentrici e, dopo il ruolo di Quicksilver

Evan Peters ha un master in personaggi eccentrici e, dopo il ruolo di Quicksilver nella saga degli X-Men, torna al cinema con il biopic I am woman, prendendosi una pausa - per la disperazione dei fan - dalla serie che l'ha consacrato, American Horror Story. A tv è tornato invece per qualche episodio di Pose, telefilm sempre firmato da Ryan Murphy, la straordinaria celebrazione della comunità transgender che ha rivoluzionato i parametri dell'inclusività.
Perché ha lasciato la serie?
«Non ho rinunciato in senso proprio, ma i temi erano troppo pesanti e richiedevano tante energie, allora ho pensato di starmene lontano per un po'. Comunque seguirò tutte le puntate da spettatore».
È vero che si darà alla musica?
«No, amo suonare ma voglio che resti una passione. Se diventasse un lavoro perderebbe ogni divertimento».
Concorda con le critiche della comunità LGBTQ a Scarlett Johannson, che l'ha portata a lasciare il cast del film Rub & Tug in cui avrebbe dovuto interpretare un trans?
«Servono più cast inclusivi come Pose ma in ogni racconto l'autenticità è importante quindi mi sembra giusto che un artista transgender interpreti questo ruolo, sa cosa si prova nei panni del personaggio perché ci è passato. Mi dispiace pensare che il mondo invece a volte preferisca isolarsi».
I mutanti X-men sono oggetto di discriminazione, lei si è mai stato sentito un outsider?
«Sempre, fin da quando, a 14 anni, la mia famiglia ha cominciato a trasferirsi rendendomi difficile la possibilità di farmi amici intimi. Questa condizione persiste con il lavoro d'attore che tende a farti sentire molto solo, soprattutto in viaggio. Io poi ho tante insicurezze ma ho deciso di affrontarle confessandole anche se mi terrorizzano a morte». (A. D. T.)
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Luglio 2019, 05:01
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