Manuale di sopravvivenza

Olga Battaglia
Vicenda davvero incredibile, per non dire commovente, quella di Vincenzo Rabito, bracciante siciliano semianalfabeta. Avrebbe potuto essere uno dei tanti anonimi che la storia inghiotte e dimentica, un povero cristo nato ai margini e destinato a restarci. E invece no. Per anni, al chiuso della misera stanzetta, digitando compulsivamente su una vecchia Olivetti con l'ostinazione feroce di chi ha qualcosa da dire, ha riempito pagine e pagine, fino a superare le mille, di un'autobiografia che attraversa al galoppo il 900. Nato in provincia di Ragusa nel 1899 e morto nel 1981, Rabito sopravvive a due guerre mondiali, al fascismo, alle storture della sua terra tra mafia, brigantaggio e migrazioni. Usa una lingua popolare, sgrammaticata, infarcita di dialetto, piena di vita e di ritmo a servizio di una narrazione che diventa quasi romanzo, un grande affresco di storia italiana vista dal suo gradino sociale più basso. Ritrovato dal figlio dopo la morte di Rabito, questo formidabile diario, manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso secondo Andrea Camilleri, è stato pubblicato da Einaudi con il titolo Terra matta. Rosario Lisma lo porta in scena in un reading con musiche dal vivo di Gipo Gurrado al Teatro Fontana da domani al 15 settembre.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Settembre 2019, 05:01
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