Ivana Monti: «I ricordi in una scatola»

Ivana Monti: «I ricordi in una scatola»
Ferruccio Gattuso
«Mi ha tirato fuori di casa Andrée Ruth Shammah. E forse solo lei poteva farlo. Dallo scoppio della pandemia me ne stavo chiusa tra le mie quattro mura, mio figlio mi portava la spesa». Ci voleva una solida amicizia nata a teatro e un ottimo motivo per tornare sul palcoscenico, ma in fondo Ivana Monti era lì ad aspettare entrambi. Fino al 25 luglio al Teatro Franco Parenti l'attrice milanese è protagonista di Una vita che sto qui, piéce struggente di Robert Skerl per la regia di Giampiero Rappa.
Che cosa l'ha conquistata di questo testo?
«Il personaggio al suo centro. L'intreccio tra storia individuale e storia collettiva. E Milano. Una donna quasi ottuagenaria costretta a lasciare il suo appartamento perché l'Aler deve riqualificare il palazzo fatiscente al Lorenteggio».
Milano è dunque protagonista al fianco di questa donna?
«Sì Adriana, così si chiama, ne ha viste tante, dalle bombe della guerra, al terrorismo, alla droga negli anni 70, a causa della quale ha perso un figlio. Se ne sta tra le scatole dell'imminente trasloco e pensa al passato».
Lei è cresciuta nella periferia del Corvetto.
«Sì, feci le scuole dalle suore rosminiane della zona. Ricordo ancora gli amici del cortile a casa. Poi negli anni '70 andai a vivere altrove. Due amici del cortile, Daniele e Roberto, morirono proprio di droga. Ancora oggi pensarli mi spezza il cuore».
Per lei quelli furono invece gli anni del teatro, una fortuna?
«Sì, ero giovanissima, seguivo la scuola di mimo di Marise Flach, ero brava. Un giorno mi vide Strehler e mi volle per I giganti della Montagna', al Lirico. Io stavo preparando la maturità e avevo i miei dubbi ma lui, dopo aver rifiutato venti aspiranti, tornò a insistere. Mi portò Marise da lui. Pensavo a Strehler come a un incombente Orson Welles, invece lo vidi spiegare una parte a un'attrice con estrema calma. Quello restò per me Strehler: anche quando alzava la voce non mi intimorì mai».
Milano, anche quella teatrale, risorgerà?
«Ne sono convinta. La gente muore lentamente se viene chiusa in casa».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Luglio 2020, 05:01
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