Bimbo di 5 mesi «morte cerebrale», mamma indagata: «Piangeva, l'ho cullato troppo forte»

Bimbo di 5 mesi «morte cerebrale», mamma indagata: «Piangeva, l'ho cullato troppo forte»

di Marco Aldighieri e Marina Lucchin
MESTRINO -  «L’ho cullato troppo forte». È quanto ha raccontato ai carabinieri, dopo la corsa disperata al pronto soccorso del padre con il suo piccolo di soli 5 mesi, la mamma del piccolo (che ora lotta tra la vita e la morte nel reparto di Terapia Intensiva neonatale). Il piccolo è in condizioni disperate, i medici hanno chiesto l'intervento della commissione per la morte cerebrale.

La donna, accusata di lesioni aggravate, ha spiegato ai militari che il neonato avrebbe pianto disperatamente tutta la notte, perché dolorante per via di un dentino.

E per questo, poco prima delle 6 di sabato mattina, forse stremata dalla situazione, la madre, una 29enne originaria di Vicenza e residente a Mestrino, gli ha dato uno scossone troppo forte. Quanto è bastato per ridurlo in fin di vita. Il papà, un 37enne, ha caricato il piccolo in auto ed è corso col figlio in pronto soccorso dove i medici hanno subito capito che non si trattava di un malore e per questo hanno avvertito i carabinieri. Il neonato, secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbe stato “scosso” con forza. Un’azione pericolosa ai danni dei neonati, meglio conosciuta come “baby shaking”. 
I FATTI
«Presto, nostro figlio non respira» ha gridato disperato appena entrato al pronto soccorso pediatrico il papà del neonato. Ma il dottore si è accorto di qualcosa di strano. Il piccolo, secondo quanto diagnosticato in un primo momento, stava sì malissimo, ma non a causa di una crisi respiratoria. Così il medico ha deciso di chiamare il 112. Dell’indagine se ne occupano i carabinieri della stazione di Mestrino, che hanno fatto un primo sopralluogo nell’abitazione della famiglia, e quelli del Norm della Compagnia di Padova, che hanno sentito la madre in caserma. 
Il bambino è ricoverato, in stato di coma, nel Reparto di Terapia intensiva neonatale. A soli cinque mesi lotta tra la vita e la morte: le sue condizioni sono disperate. I militari, dopo avere avvisato il pubblico ministero di turno Roberto Piccione, hanno iniziato a interrogare i due genitori. 
LE INDAGINI
Gli inquirenti, una volta ricevuta la corretta diagnosi sullo stato di salute del piccolo da parte dei medici del pronto soccorso pediatrico, hanno convocato in caserma mamma e papà. Da un primo riscontro medico-scientifico, il bambino avrebbe subito gravi traumi al cervello perché sarebbe stato “scosso” con estrema forza. Arrivato in ospedale il neonato perdeva un po’ di sangue dalla bocca. La causa, un dentino da latte e forse i primi dolori della crescita hanno provocato una crisi di pianto. E quei singhiozzi prolungati e costanti, non avrebbero dato tregua alla fragilità psicofisica della giovane mamma. 
La ventinovenne, esasperata, nel tentativo di calmare il figlio lo avrebbe “scosso” più volte con violenza. Troppo, tanto da ridurlo in fin di vita. Quando si è trovata davanti ai carabinieri e al magistrato, la madre avrebbe dichiarato: «Forse l’ho cullato con forza». Insomma, quasi una parziale ammissione secondo gli inquirenti. E la giovane vicentina è stata iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni aggravate ai danni del figlio. Nei prossimi giorni la pubblica accusa nominerà come consulenti tecnici i medici legali De Caro e Porzionato dell’Università di Padova. I due specialisti dovranno appurare tutti i danni fisici subiti dal piccolo e come questi siano stati provocati. I dottori del pronto soccorso pediatrico visitandolo, si sarebbero accorti di alcuni lividi sul torace e sulla schiena. Segni riconducibili alla pressione dei polpastrelli di una mano di un adulto. Al momento il neonato sarebbe stato “scosso” con forza solo lo scorso sabato mattina. Quindi gli investigatori hanno appurato un unico episodio. Tuttavia le indagini sono solo all’inizio. 
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Dicembre 2019, 14:06
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