Teatro dell'Opera di Roma, Fuortes:
"Nessuno perderà il lavoro"

Teatro dell'Opera di Roma, Fuortes: ​"Nessuno perderà il lavoro"

di Paola Lo Mele
«Il Cda ha ferma intenzione di non lasciare a casa nessuno. Nei 75 giorni di trattative con i sindacati è questo l'auspicio». Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, affronta nella commissione Trasparenza del Comune la questione del coro e dell'orchestra esternalizzati.





Nelle previsioni ci sono uno o due soggetti autonomi, formati dagli stessi musicisti e cantanti dell'Opera, con cui «si può fare un contratto anche quadriennale e replicabile». Secondo il sovrintendente «si tratta di guadagnare un 20% in produttività», ovvero «ogni professore d'orchestra deve lavorare un 20% in più di adesso. A fronte di questo, credo - afferma - che si possano garantire gli stessi livelli salariali o al massimo un 10% in meno». Fuortes ribadisce che quella sul personale era «l'unica azione che si poteva fare.



C'e' stato un incontro con i soci e nessuno si e' detto disposto ad incrementare i contributi pubblici - racconta -. Il Comune finanzia per 16,5 milioni. Il costo per ogni famiglia di cinque persone e' pari a 30 euro. E' un piccolo canone».

Presenti alla riunione, presieduta da Giovanni Quarzo, diversi esponenti dell'opposizione, Sel - forza di maggioranza a Roma che però contesta la decisione de Cda dell' Opera - ma nessuno del Pd. «Il sindaco Marino e la sua maggioranza stiano scaricando sulle spalle di Fuortes la scelta politica di affossare il Teatro dell'Opera», attacca Gianni Alemanno. «Non c'è stata alcuna assenza pianificata – la replica del capogruppo Pd capitolino Francesco D'Ausilio -. L'audizione segnala la disponibilità a discutere e dall'altro raccoglie gli appelli delle ultime ore che vanno nella direzione di cercare una visione condivisa su un nuovo modello di gestione».



Ma intanto dalla Camera si fa sentire la voce critica del dem Umberto Marroni: «La strada del licenziamento collettivo è inaccettabile». Per arrivare al ritiro dei licenziamenti Lorella Pieralli della Fials Cisal (sindacato che insieme alla Cgil si era opposto al piano d Fuortes) rilancia: «Facciamo una controproposta: 300 spettacoli l'anno senza costi aggiuntivi e razionalizzazione dei costi di produzione che icluda un esame degli appalti e dei cachet dei direttori e dei solisti».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Ottobre 2014, 09:55
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