Stalking verso la moglie, vietato
avvicinarsi a Roma per il conte Ferrari
La Cassazione ha infatti confermato - a carico del conte - il divieto di dimora nella Capitale per la sua condotta persecutoria ai danni della moglie. I due vivevano in diverse “ali” del prestigioso castello di Tor Crescenza.
Ad avviso della Cassazione - sentenza 29613 depositata ieri in riferimento all'udienza del 6 maggio scorso - la circostanza che «l'indagato e la moglie abitino nello stesso complesso» sebbene in «abitazioni singolarmente occupate», rende possibile la «reiterazione» delle condotte moleste del conte.
Tra queste, si annovera anche «l'interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica e dell'acqua e della raccolta dei rifiuti presso l'abitazione occupata» da Sofia Borghese.Senza successo, il conte ha fatto presente che questi metodi li adotta anche nei confronti degli «inquilini morosi» residenti a Tor Crescenza, posto da favola nel quale anche l'ex premier Silvio Berlusconi ha soggiornato.
Gli “ermellini” hanno replicato che tutto ciò conferma la «proclività del Ferrari Sardagna ad atteggiamenti minacciosi». Il verdetto ricorda inoltre che il conte ha un «precedente» per «altro reato di maltrattamenti commesso all'interno di un diverso nucleo familiare». Tra i comportamenti scorretti di Ferrari Sardagna (73 anni), idonei a generare il «turbamento emotivo» nella principessa Borghese, anche - scrive la Cassazione - l'ordine impartito ai dipendenti di riferirgli «i movimenti della moglie e dei figli».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Luglio 2014, 09:12
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