Roma, via al nuovo anno ma le scuole cadono a
pezzi. Nuova protesta omofoba al Giulio Cesare

Roma, via al nuovo anno ma le scuole cadono a ​pezzi. Nuova protesta omofoba al Giulio Cesare

di Lorena Loiacono
La scuola siamo noi. Con questa scritta, che campeggiava all'alba sulla scalinata del ministero della pubblica istruzione in viale Trastevere, si aperto ieri mattina l'anno scolastico. E con esso le proteste.





La Rete degli studenti medi ha così dato il via alle lezioni mentre non sono mancati blitz dell'Unione degli studenti al liceo scientifico Newton e all'istituto Sereni su via della Bufalotta, in occasione della presenza del Ministro Giannini.



Un anno che parte con mille difficoltà, dalle nomine dei supplenti ancora in corso nelle scuole della Capitale alle aule inagibili. Ce ne sono nella scuola di via delle Carine così come al Viscontino in cui, solo grazie al contributo delle famiglie, sarà possibile avere una palestra. Devono ancora partire invece i lavori di ristrutturazione alla scuola Gianturco e alla Leopardi, che restano in attesa. Senza contare quelle aule che, di fatto, ancora non esistono.



Accade all'istituto Arangio Ruiz all'Eur dove circa 200 ragazzi sono rimasti fuori dalla scuola di viale Africa per protestare con le loro famiglie perché 8 nuove classi, le loro, sono state spostate altrove perché lo spazio non c'è. La nuova sede preposta sarebbe infatti quella di piazza Tarantelli, raggiungibile solo con una navetta.



Ma le famiglie non sono d'accordo e ieri mattina la campanella è suonata tra le proteste. «Stiamo cercando – spiega Gildo De Angelis, neodirettore dell'ufficio scolastico del Lazio – una soluzione più comoda per tutti, anche con il municipio. Proveremo a utilizzare le aule della vicina scuola media altrimenti dovremo ricorrere alla navetta». Per i genitori il rammarico maggiore è quello di essere stati avvisati solo tramite un sms in piena estate, ormai troppo tardi per cambiare scuola e sceglierne una più vicina.



Nei guai anche i bimbi della scuola dell'infanzia comunale Zucchero filato, nel X Municipio: la scuola di Ostia infatti non ha proprio aperto i cancelli. Chiusa per topi: questa la spiegazione data alle tante famiglie rimaste senza asilo. Nella delusione generale, è saltato anche il buffet organizzato per il primo giorno di scuola. Una presenza, quella dei roditori, dura a sparire visto che la derattizzazione era già stata effettuata nella mensa e poi in altre aree dell'edificio. Nel pomeriggio i docenti precari hanno protestato al Miur in viale Trastevere e sotto gli uffici del provveditorato in via Pianciani: ancora una volta si pala di assunzioni mancate e caos graduatorie. E l'autunno è già bollente.



GIULIO CESARE, NUOVA PROTESTA OMOFOBA Riprende con l'avvio delle lezioni, la protesta di estrema destra che, nel mese di aprile, ha infiammato il liceo Giulio Cesare. Un gruppo di militanti di Lotta Studentesca, ieri mattina, è tornato fuori dai cancelli dello storico liceo classico di Corso Trieste per riprendere la polemica sul libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco.

Il testo, scelto da due insegnanti come lettura per una classe di ginnasio, presenta chiari riferimenti all'omosessualità e questo aspetto provocò accese polemiche, da parte di associazioni studentesche di estrema destra che rivendicavano la loro virilità al motto di “maschi selvatici, non checche isteriche”. Ma buona parte degli studenti e dei genitori difendevano la scelta delle docenti. Ieri la protesta, a distanza di 5 mesi, così come allora è andata in scena con fumogeni gialli e bandiere mentre una delegazione di manifestanti ha voluto portare alla preside Ricciardi il volume Maschi selvatici dello psicoanalista Claudio Risè: «Siamo stati fraintesi. Abbiamo deciso di donare alla preside il libro per far capire che non siamo omofobi, stiamo solo cercando di far rispettare i valori cristiani». Ma per il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli si è trattato di un «grave atteggiamento intimidatorio – spiega il presidente Andrea Maccarrone - nei confronti della presidenza, del corpo docente e degli studenti del Giulio Cesare. Questo nuovo episodio di violenza e intolleranza rende evidente come il nostro Paese non possa permettersi un altro anno senza una strategia chiara di lotta all’omotransfobia».
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Settembre 2014, 10:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA