Camorra a Roma, smantellata organizzazione
Sessantuno arresti, sequestri per 10 mln

Camorra, smantellata organizzazione Sessantuno arresti, sequestri per 10 mln

di Angela Camuso
La camorra di Roma tinta di nero. L’alleanza tra mafiosi campani e banditi neofascisti romani, insieme ad alcuni esponenti del clan Casamonica. Facevano tutti parte di un’unica organizzazione capeggiata dal famoso boss Michele Senese, detto ’o Pazzo, già storico alleato della vecchia banda della Magliana, poi in affari con il banchiere della gang, Enrico Nicoletti, e infine in “rapporti alla pari” (documentati da incontri telefonici e di persona) col capo di mafia capitale Massimo Carminati.





Denominata Tulipano, la nuova indagine sui tentacoli della mafia nella città Eterna (61 arresti) si è concentrata sul gruppo che ha mantenuto il monopolio del rifornimento di droga alle piazze della Borghesiana, di Torbellamonaca, Torpignattara, del Pigneto, del Quarticciolo e di Centocelle.











Fino al suo primo arresto e allo sfaldamento del suo gruppo originario, il capo era Michele Senese, a cui è subentrato un altro napoletano trapiantato a Roma, intimo di Senese in quanto entrambi durante la guerra di camorra degli anni ’80 militarono tra le file della Nuova Famiglia contro Raffaele Cutolo. Si tratta di Domenico Pagnozzi (classe ’59, detto “Mimì o professore”, “Ice occhi di ghiaccio”) utilizzato anche da Senese come killer di Giuseppe Carlino, il bandito della Marranella ucciso per vendicare la morte del fratello di Senese.



Secondo il Ros, Pagnozzi – condannato all’ergastolo così come ’o Pazzo - dal 2009 ha svolto a partire l’attività di “reggente”, affiancato da un romano proveniente dalle frange eversive neofasciste diventato uomo di fiducia di Pagnozzi e suo cassiere: Massimiliano Colagrande, che era in rapporti economici con l’ex terrorista nero Luigi Ciavardini (insieme i due gestivano un bar in via del Boschetto, “il Tulipano”) nonché nome già comparso nell’inchiesta sulla cupola capeggiata da Massimo Carminati. «Sono tutti personaggi che si conoscono, non da un punto di vista personale, si rispettano e c'è il riconoscimento di ruolo tra i capi dei gruppi che operano sullo stesso territorio», ha detto il procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino.



Sequestrati beni per un valore di circa 10 milioni di euro. Tra gli esercizi sotto sigilli ci sono anche il negozio di orologi “Le ore del Mondo” in via Barberini e i ristoranti “I Vascellari” in via dei Vascellari e “A Ciaramira” in via Natale del Grande a Trastevere.

Sequestrati anche tre bar, un distributore di gas, due autosaloni, il negozio di animali "Mondocane" in via San Giovanni Bosco e via Taranto, oltre a un negozio di frutta e verdura in via dei Fiori.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Febbraio 2015, 08:29