Il caso è emerso dopo la segnalazione di un sindacato di polizia, la Cisl Fns, che ha reso nota l'apertura di un'indagine da parte dell'autorità giudiziaria per individuare i responsabili. E, dalle prime ricostruzioni, emerge che sarebbero una novantina - 88, secondo le prime indicazioni - gli indagati, e tra questi una cinquantina di persone trovate in possesso delle risposte d'esame. Ma i contorni e l'esatto quadro delle responsabilità sono ancora da chiarire, anche rispetto a un punto molto delicato: l'eventuale pagamento di denaro per ottenere gli aiuti. Le verifiche non sono solo sul piano penale, ma anche su quello amministrativo. Non a caso, lo stesso ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha immediatamente chiesto una relazione urgente sul caso al capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo.
Al concorso - che al momento non è stato annullato - hanno partecipato 11mila uomini per 300 posti e 2mila donne per cento posti.
Tutte e tre i giorni di prova, le operazioni di controllo e sequestro del materiale, svolte da personale della polizia penitenziaria, hanno molto allungato i normali tempi di svolgimento del concorso, che si sono protratti fino all'una di notte e addirittura fino alle tre di notte l'ultimo giorno. Molti dei partecipanti, denunciati a piede libero, hanno a loro volta fatto i nomi di altre persone coinvolte. L'indagine della Procura di Roma dovrà chiarire se elementi del sistema penitenziario, non solo e non tanto a livello centrale, ma anche nelle diramazioni territoriali, abbiano avuto un ruolo e se ci siano figure esterne coinvolte. E andrà accertato se sono fondate talune indiscrezioni secondo cui partecipanti al concorso abbiamo pagato somme di denaro- fino a 25mila, secondo le stesse indiscrezioni - per ottenere aiuti e soluzioni anticipate delle prove d'esame.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Aprile 2016, 22:51
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