Marino: "Deciso ad andare avanti".
Rimpasto in vista in Campidoglio

Marino: "Deciso ad andare avanti". ​Rimpasto in vista in Campidoglio

di Paola Lo Mele
Sono stati il caos multe prima e la rivolta anti-immigrati a Tor Sapienza, poi, a innescare la miccia nel Pd romano. Una bomba che covava però da tempo: nell'ultima direzione del partito, al netto di qualche autocritica e molte sfumature diverse, i dem hanno suonato l'allarme per l'amministrazione Marino.





Con gli interventi di diversi consiglieri comunali che sono apparsi come un vero e proprio ultimatum: cambiare passo, priorità, uomini e deleghe in giunta, oppure andare casa.



Mentre qualcuno già agita lo spettro di nuove elezioni in primavera, il sindaco si dice convinto di farcela: «Per questo vado avanti – afferma il chirurgo - nessuno mi ha chiesto di azzerare la giunta e non credo che me lo chiederanno. Ho in programma da tempo di riallocare capacità e talenti della giunta e questo il Pd lo sa». I rapporti di Marino con i dem della Capitale non sono mai stati idilliaci e dopo il terremoto dell'ultima direzione, sta soprattutto a lui aprire una nuova fase per andare avanti.



Nell'atteso rimpasto di giunta, la poltrona più in bilico è quella di Rita Cutini (il Partito Democratico è arrivato a chiederne esplicitamente le dimissioni); la sua delega al sociale potrebbe essere assunta da Erica Battaglia o cumulata a quella alla Casa da Daniele Ozzimo. Ma la lista degli assessori out sembra esser molto più lunga. Per Paolo Masini si prospetta un cambio dai Lavori Pubblici alla Scuola, con l'innesto di un vero e proprio valzer di deleghe nell'esecutivo.



«L'obiettivo non sono le poltrone ma rispondere ai cittadini - chiarisce l'inquilino del Campidoglio -. Tante volte ho sentito dire che questa amministrazione si concentra sul centro storico e invece, in un momento di gravissima crisi economica, gli unici soldi veri li abbiamo spesi nelle infrastrutture più periferiche: la tratta Pantano-Centocelle della metro C, il sottopasso di Settecamini, due nuove scuole elementari e quattro materne tutte nelle periferie. Perché è lì che dobbiamo intervenire se vogliamo che la città diventi una comunità».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Novembre 2014, 09:41
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