Mafia Capitale, Venafro a giudizio:
"Ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato"

Mafia Capitale, Venafro a giudizio: ​"Ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato"

di Davide Manlio Ruffolo
Maurizio Venafro, l'ex capo gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, verrà processato, il prossimo 17 febbraio, con il rito immediato. Assieme a lui, verrà giudicato anche Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co., per il quale, invece, è stato disposto il rinvio a giudizio.





Questo quanto deciso dal gup Giovanni Giorgianni per i due imputati, rimasti coinvolti nell'indagine su Mafia Capitale, accusati dalla Procura di Roma del reato di turbativa d'asta. Lo stesso gup ha ammesso come parti civili nel procedimento, la Regione Lazio, la cooperativa Capodarco e la Assoconsum. A giudicare Venafro e Monge, però, non saranno i giudici che già si occupano del maxi processo su Mafia Capitale ma quelli della seconda sezione penale anche se non si esclude una possibile riunione del procedimento.



La vicenda è quella che riguarda la gara di assegnazione del servizio Recup (il servizio di prenotazione delle prestazioni mediche). Secondo i pubblici ministeri Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, titolari dell'inchiesta Mondo di Mezzo, la gara d'appalto in questione presenterebbe degli illeciti. Per gli inquirenti, infatti, l'appalto sarebbe stato aggiudicato in un'ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra.



Una circostanza che, a seguito degli sviluppi sull'inchiesta relativa all'organizzazione criminale gestita da Massimo Carminati, convinse il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a sospendere la gara. In questo episodio di turbativa d'asta sono coinvolti anche Carminati, Salvatore Buzzi, Luca Gramazio (consigliere regionale Pdl), Angelo Scozzafava (componente della commissione aggiudicatrice della gara), Fabrizio Franco Testa (manager) e altri collaboratori.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Novembre 2015, 09:12
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