Omicidio Varani, la famiglia: "Per gli assassini
di Luca vogliamo la pena di morte"

Omicidio Varani, la famiglia: "Per gli assassini vogliamo la pena di morte"

di Camilla Mozzetti

«Aspettiamo solo di poter riavere Luca a casa». Sono da poco passate le 13 quando un vicino della famiglia Varani si ferma sul ciglio della strada di fronte a quella casa con le tende chiuse. «È una storia orribile che ha sconvolto una famiglia - continua il giovane vicino - li conosciamo da tanto tempo, perché i Varani abitano qui da più di 10 anni e poco a poco si stavano costruendo la loro casa e la loro vita». «E ora anche noi - conclude - non vogliamo altro se non riavere il corpo di Luca e celebrare il funerale qui nel suo quartiere. Ora vogliamo soltanto pace e giustizia per Luca». Regna il dolore in via della Storta 250, periferia nord di Roma. Il furgoncino dei dolci del papà di Luca Varani - il giovane 23enne torturato da Manuel Foffo e Marco Prato e poi lasciato morire dissanguato sotto un piumone nell'appartamento al decimo piano di via Igino Giordani al termine di un festino a base di droga e alcol - è parcheggiato nel cortile. Giuseppe Varani, al lavoro, in questi giorni non riesce proprio a pensare.

LA SOFFERENZA
Dentro casa si consuma la sofferenza di mamma Silvana, piegata mentalmente e fisicamente dal dolore. Perché non si ha la forza - e forse volutamente non si riesce neanche a trovarla - per dare un senso a un delitto che trascende qualsiasi comprensione. Non è, infatti, soltanto il dolore a tenere banco. Subentra anche la rabbia. Come quella espressa da una delle zie di Luca che ieri ha detto: «Se ci volete davvero aiutare, date una mano per raccogliere le firme in una petizione che lanceremo per ripristinare la pena di morte». Il riferimento è a Manuel Foffo e Marco Prato. Non c'è spazio per il perdono, al contrario. Si invoca una giustizia sommaria. Anche la fidanzata di Luca, Marta Gaia, ieri è tornata a scriverlo sul suo blog: «Non si può fare una fine così tragica e lasciare impuniti pazzi assassini, perché non è la prima volta che in Italia succede una cosa del genere».
 
«Quei due giovani ragazzi di apparente buona famiglia - aggiunge un'altra vicina dei Varani - hanno compiuto un massacro e devono pagare». Le tende alle finestre della casa Varani restano chiuse per tutto il giorno. Ogni tanto qualche parente fa capolino con la testa per vedere se ci sono i giornalisti in strada, mentre proprio le zie di Luca si danno il cambio per assistere mamma Silvana, portare la spesa, pensare a fare da scudo. Escono ed entrano dalla casa a testa bassa, camminano a passo veloce. «Non siamo interessati a parlare - risponde al citofono una zia del giovane - grazie, lasciateci in pace». Il papà di Luca alla fine, ieri sera, ha risposto al telefono: «La dovete finire», poi la cornetta passa nelle mani del fratello: «C'è una famiglia completamente devastata dal dolore, esaurita, non c'è nulla da poter dire».

IL NULLAOSTA
Il corpo di Luca, dopo che il pubblico ministero Francesco Scavo ha firmato ieri pomeriggio il nullaosta, sarà restituito oggi alla famiglia che sta provvedendo a organizzare i funerali. Ancora incerta la data delle esequie, che potrebbero svolgersi tra giovedì e venerdì nel quartiere di Boccea e si presume in forma strettamente privata.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Marzo 2016, 09:07