Gli evasi da Rebibbia fuggiti in autobus.
I sindacati: "Troppi pochi agenti nelle carceri"

Gli evasi da Rebibbia fuggiti in autobus. I sindacati: "Troppi pochi agenti nelle carceri"

di Lorena Loiacono
Sono riusciti a evadere dal carcere con lenzuola, manici di scopa e un seghetto a ferro. E per scappare, i due pericolosi criminali, hanno preso l’autobus.

Sono andate così le cose, domenica, a Roma quando dal carcere di Rebibbia sono riusciti a fuggire dal reparto G11, con un’evasione da film, i detenuti romeni Ciobanu Catalin e Florin Mihai Diconescu, 33 e 28 anni. Hanno segato le sbarre del magazzino in cui lavoravano, si sono calati per 8 metri con una corda di lenzuola per poi scavalcare la rete elettrosaldata. Ieri oltre 100 agenti hanno presidiato campi rom e posti di blocco a Roma come in tutta Italia, concentrandosi sulle conoscenze e sui famigliari dei due. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta, così come il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Allora l’allarme oggi, oltre che per la caccia ai due fuggitivi, è per la sicurezza nelle carceri. Dove, evidentemente, si è aperta una falla.

Nel penitenziario di Rebibbia, dalle prime ricostruzioni fornite dal capo del Dap Santi Consolo, risulterebbe che nel padiglione dei due evasi domenica «per gli oltre 300 detenuti gli agenti presenti fossero nove, tre per piano». Anche i sindacati denunciano una grave carenza di personale: «Ci sono 750 poliziotti penitenziari - spiega il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte - su 1.400 detenuti presenti, spesso un solo agente si trova a vigilare addirittura 170 persone».

In Italia il 95% dei detenuti è in “custodia aperta”: vale a dire che trascorre tra le 8 e le 10 ore in spazi comuni, fuori dalle camere per attività di sostegno. In tutto sono 52.475 i detenuti, 34.949 sono italiani. Tra gli stranieri, uno su tre, i più numerosi sono i marocchini a quota 2.912.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Febbraio 2016, 09:28
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