25 aprile, polemiche sui cortei 'divisi':
"L'anno prossimo un'unica manifestazione"
di Paola Lo Mele
Alla sfilata partigiana, partita dal Colosseo e arrivata a Porta San Paolo, hanno partecipato invece diversi rappresentanti di associazioni filo palestinesi. E proprio questo è stato il motivo della defezione della comunità ebraica, anche alla luce degli scontri tra le due realtà che segnarono due anni la festa della Liberazione romana. «Oggi non è un giorno di polemica e non la vogliamo fare - ha spiegato il commissario dell'Anpi di Roma Claudio Mederloni nel suo intervento conclusivo del corteo - ci impegniamo da subito affinché il prossimo anno si superino gli ostacoli che ci hanno portato a non essere qui insieme. Dovrà esserci un solo grande corteo che unisca tutti. Il 25 aprile è la festa di chi ha contribuito alla liberazione, nessuno escluso ed è una festa nazionale. Resta fondamentale per noi affermare con forza contro cosa abbiamo combattuto».
Per la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello è stata «una scelta sofferta e dolorosa non sfilare nel tradizionale corteo, ma non lo facciamo sotto vessilli in cui non ci riconosciamo: da troppo tempo sfilano simboli mistificatori della storia». Oltre a lei, a celebrare il settantunesimo anniversario della Liberazione d'Italia davanti al museo storico della liberazione in via Tasso, è arrivato - tra gli altri - anche il commissario Francesco Paolo Tronca. «Oggi non posso non ripensare a Roma città aperta, il capolavoro di Rossellini girato in parte non lontano da qui», ha detto l'inquilino del Campidoglio.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Aprile 2016, 09:58
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