Renzi-Ue, scontro sulle tasse: "Decidiamo noi
quali ridurre, non un burocrate di Bruxelles"

Renzi-Ue, scontro sulle tasse: "Decidiamo noi ​ quali ridurre, non un burocrate di Bruxelles"

di Alessandra Severini
ROMA - Che l'Unione europea non fosse convinta dell'abolizione della tassa sulla prima casa era noto. Ma a pochi giorni dal varo della legge di stabilità Bruxelles è tornata a premere perché la riduzione del carico fiscale riguardi le tasse sul lavoro e non quelle sui patrimoni.





Nel rapporto che analizza le riforme fiscali dei vari Paesi, firmato della Commissione europea, si nota che il sistema fiscale negli Stati membri "tende a basarsi fortemente sulla tassazione del lavoro che può deprimere sia l'offerta che la domanda di occupazione". Pertanto è giustificato, secondo l'esecutivo europeo, concentrare l'attenzione «sui modi appropriati per spostare il carico fiscale dal lavoro ad altri tipi di tassazione che sono meno dannose alla crescita e all'occupazione come i consumi, la proprietà e le tasse ambientali».



Molti Stati, tra cui l'Italia, indica la Commissione, «appaiono avere sia una necessità potenziale di ridurre il carico relativamente alto della tassazione sul lavoro sia lo spazio potenziale per aumentare le imposte meno discorsive». All'Italia si chiede anche di «migliorare l'efficienza del sistema Iva limitando l'uso di tassi ridotti e di esenzioni non obbligatorie». Ancora una volta i consigli della Ue non sono piaciuti al premier Renzi. «Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles», ha tuonato il premier, aggiungendo che «compito dell'Ue non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno Stato» né «decidere al posto dei singoli governi».



Da New York ha poi invitato gli investitori statunitensi a guardare all'Italia come paese ormai affidabile. «Se facciamo le riforme che servono diventiamo leader in Europa». I segnali di ripresa dell'economia fanno intanto sentire i loro effetti. In base ai dati Istat, l'indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato a 112,7 da 109,3 di agosto, al livello più alto da 13 anni. Non solo le famiglie, anche gli imprenditori hanno più fiducia nella ripresa. L'indice di fiducia delle imprese passa a 106,2 da 103,9 di agosto.
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Settembre 2015, 09:00