Napolitano: «L'Italia è finita se i giovani non trovano lavoro»

Napolitano: «L'Italia è finita se i giovani non trovano lavoro»
Se non trovano lavoro i giovani, l'Italia finita. È la risposta che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Monfalcone, ha dato ad un ragazzo che tra la folla gli chiedeva cosa si può fare se non si trova lavoro.



«Presidente, c'è speranza che i giovani possano trovare lavoro?», è la domanda che la persona ha rivolto al capo dello Stato tra la folla. Napolitano si è fermato e si è rivolto al ragazzo con l'intento di rassicurarlo.




Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato accolto calorosamente a Monfalcone nel primo giorno della visita in Friuli Venezia Giulia. Il Capo dello Stato, accolto dal sindaco locale e dal presidente della Regione Debora Serracchiani, ha inaugurato una mostra sulla Prima guerra mondiale a 100 anni dal suo inizio. Nel pomeriggio il Capo dello Stato è a pranzo con i presidenti di Slovenia, Croazia e con il presidente del Consiglio Federale austriaco per rinsaldare i rapporti tra alcuni degli stati che furono protagonisti del conflitto.



«Sradicare i nazionalismi». Dal ricordo della Prima guerra mondiale, ha detto Napolitano, «viene una presa di coscienza dell'assoluta necessità di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicisti dando vita ad un progetto e concreto processo di integrazione e unità dell'Europa». Questa riflessione «deve essere posta al centro di commemorazioni unitarie della Grande Guerra nella Unione».



Il presidente ha ricordato come «Sappiamo che allora grandi masse di figli dell'Italia umile e provinciale scoprirono di essere cittadini. L'Italia uscì perciò da quella guerra trasformata socialmente e moralmente».



Poi Napolitano ha parlato di quelli che furono gli errori dell'Italia che entrò nella prima guerra mondiale: una «fallace visione», una «sorprendente ingenuità e leggerezza, come ha detto il prof. Magris», e un «alto livello di impreparazione». Il Capo dello Stato ha parlato anche di «responsabilità della linea militare condotta da vari punti di vista, che a lungo prevalse».



Nel suo discorso Napolitano ha voluto ricordare «come ho già fatto una volta», la figura e la testimonianza del padre, «ufficiale di complemento al fronte, che scrisse di quei fanti in trincea, che non si svestivano da mesi e da un momento all'altro dovevano salire alla contesa linea di Monte Valbella». Napolitano ha precisato che volle «ricordarli impegnati nella estrema, pietosa mansione di tracciare scavare comporre, nel luogo che pareva più coperto, tombe per i resti per i poveri cadutì».



Serracchiani: «Questa terra oggi è simbolo di pace». «Questa è una terra che è stata di sofferenza e tragedia e che oggi è diventata una terra che rappresenta la pace». Lo ha detto la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia al suo arrivo a Monfalcone, subito prima della visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Il presidente ha una visione europea ed è anche per questo che viene volentieri qui».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Luglio 2014, 13:02
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