I deputati silurano il capo della comunicazione:
bufera nei Cinque stelle, e Casaleggio si infuria

I deputati silurano il capo della comunicazione: bufera nei Cinque stelle, e Casaleggio si infuria
Ventisei voti contro 17. Finisce così, salvo sorprese, la guida dello staff comunicazione M5S della Camera di Ilaria Loquenzi, subentrata a Nicola Biondo solo qualche mese fa. Ieri in tarda serata l'assemblea dei deputati 5 Stelle ha deciso di non rinnovarle il contratto, che scadrà nei prossimi giorni. Generando l'ira di Gianroberto Casaleggio, che la settimana scorsa era sceso a Roma per blindarla.



A favore di Loquenzi, il direttorio M5S. Ma il voto di Di Maio e gli altri non è bastato a salvarla. Contro di lei, tra gli altri, l'ex capogruppo Fabiana Dadone, la neo Francesca Businarolo e il futuro capogruppo Giorgio Sorial. Per molti, ora, il licenziamento dell'ex collaboratrice di Paola Taverna rischia di generare un vero e proprio terremoto interno. Visto che, di fatto, con lo stop a Loquenzi i parlamentari hanno sfidato i vertici.



Solo qualche settimana fa, con un post sul blog a doppia firma, Grillo e Casaleggio avevano rinnovato la fiducia a Loquenzi e Casalino, il capo comunicazione al Senato. Un 'messaggio in codice' per mettere a tacere chi chiedeva un cambio di passo della comunicazione, con dissapori legati soprattutto alla poca visibilità concessa ad alcuni parlamentari, insoddisfazione per la gestione generale del gruppo. Tuttavia la settimana scorsa, viene riferito, un incontro tra lo staff della Camera e i deputati -con tanto di risultati e dati alla mano- sembrava aver placato gli animi.



Ieri Casaleggio ha avuto diversi contatti con Roma prima dell'assemblea, preoccupato per il voto su Loquenzi. Appreso il 'ben servito', il cofondatore del Movimento è andato su tutte le furie, letteralmente fuori di sé. Tanto che oggi, riportano fonti parlamentari, potrebbe esserci una risposta diretta sul blog, «ci aspettiamo di tutto», riferisce una fonte. Anche perché, di fatto, lo statuto degli eletti M5S (il cosiddetto 'non statuto') assegna allo staff di Grillo, quindi alla Casaleggio associati, «la costituzione dei due gruppi di comunicazione» di Camera e Senato «in termini di organizzazione, strumenti e scelta dei membri».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Giugno 2015, 15:57
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