Lega Nord, protestano 71 dipendenti licenziati.
Salvini: "Colpa dei tagli ai finanziamenti" -Foto

Lega Nord, protestano 71 dipendenti licenziati. ​Salvini: "Colpa dei tagli ai finanziamenti"

di Alessandro Franzi
Il vento in poppa per i sondaggi che la proiettano in un ruolo di potenziale guida del centrodestra. Un leader sempre in tivù, che in questi giorni ha rappresentato il volto politico meno conciliante verso l'estremismo islamico che ha colpito Parigi. Ma la Lega Nord non ha più soldi per mantenere i 71 dipendenti della sede federale di via Bellerio, periferia nord.





I licenziamenti collettivi sono stati avviati ben prima di Natale, ieri mattina però il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si è ritrovato per la prima volta di fronte alla sede un piccolo presidio dei rappresentanti sindacali dei lavoratori, che hanno esposto anche uno striscione per chiedere un accordo per una soluzione meno drastica. «Dia i contratti di solidarietà a tutti noi, almeno per un anno», la richiesta dei dipendenti, dopo tre riunioni della trattativa sindacale. Ieri era il primo lunedì dell'anno in cui i dipendenti dovevano presentarsi al lavoro in attesa che la trattativa appunto venga conclusa. Ed era in programma anche una riunione del Consiglio federale, massimo organo decisionale del Movimento, con la presenza di tutti i dirigenti leghisti. Solo che all'inizio Salvini non ha ricevuto i delegati dei dipendenti, indispettiti perché il segretario nel frattempo era riunito con il coordinamento degli esodati per confermare l'appoggio della Lega alla rivendicazione dei loro diritti.











«Siccome Salvini va a dire che difende il lavoro - ha spiegato alle telecamere Francesco Bonora (Uil) - difenda anche i suoi lavoratori e ci riceva, con i contratti di solidarietà la Lega risparmierebbe la metà dei 3,5 milioni che spende ogni anno in stipendi». L'incontro è avvenuto nel pomeriggio. Ma Salvini ha avvertito che la situazione è difficile da cambiare. «Cercheremo di aiutare più persone possibile, ma - ha detto ricordando che un po' tutti i partiti hanno le casse vuote - con l'azzeramento del finanziamento pubblico ai partiti servono sacrifici per tutti, stiamo risparmiando su tutto».



Una certezza: per ora la sede di via Bellerio «non è in vendita». Attualmente non avrebbe, del resto, nemmeno un mercato.
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Gennaio 2015, 13:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA