Intercettazioni, no al carcere per i giornalisti.
Caso Crocetta, due indagati a Palermo

Intercettazioni, no al carcere per i giornalisti. Caso Crocetta, due indagati a Palermo

di Alessandra Severini
ROMA - Scompare dal ddl di riforma del processo penale la norma che prevedeva la pena del carcere per i giornalisti che, per diritto di cronaca, utilizzano conversazioni registrate di nascosto.





La norma che aveva fatto parlare di bavaglio per la stampa verrà cancellata da un emendamento del Pd. La sanzione del carcere resta, invece, per chi diffonde video e registrazioni carpite di nascosto al fine di danneggiare l'immagine altrui. Oggi il ddl sarà discusso a Montecitorio, ma il clima rimane rovente. Sel e M5S minacciano ostruzionismo, ma anche nella maggioranza le opinioni divergono, soprattutto sui paletti alle intercettazioni pubblicabili e sulla possibilità di estendere l'uso delle intercettazioni per contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione.



Parte della magistratura teme che la stretta sui tempi delle indagini preliminari, prevista da un emendamento al ddl, possa intralciare le inchieste di mafia. Intanto a Palermo la procura ha indagato i giornalisti dell'Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi, autori dell'articolo da cui è scoppiato il “caso Crocetta“. I due giornalisti sono accusati di “pubblicazione e diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico”. Ascoltati dai pm, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2015, 12:34
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