Vallanzasca e le mutande rubate: "Mi hanno
incastrato, se fosse vero sarei da manicomio"
di Benedetta Dalla Rovere
Davanti al giudice Ilaria Simi non si sono presentati né l'addetto alla sicurezza del punto vendita che ha bloccato Vallanzasca alle casse, né i due carabinieri che sono intervenuti dopo il furto: sono tutti in ferie. Le due paia di mutande, troppo grandi per il bel René, delle forbici e le “altre cianfrusaglie” rubate non si trovano più. Spariti anche i video delle telecamere di sorveglianza. A Vallanzasca, assistito dall'avvocato Debora Piazza, non è rimasto che ricostruire in aula la sua verità.
Vallanzasca ha raccontato al giudice di essere stato avvicinato al supermercato da un 30enne che lo ha chiamato “zio Renato” e ha detto di conoscere bene la ex moglie Antonella, dalla quale il bel René si sta separando e che non vede da tre anni. Il 64enne ha detto di aver permesso al ragazzo di portare la sua borsa nera, mentre lui finiva di fare la spesa per la cena: anguria, insalata, cipollotti, salmone e mortadella, le poche cose che aveva segnato nella lista. Il 30enne, che ha detto di chiamarsi Pino, è ricomparso solo alle casse, gli ha ridato la borsa e si allontanato in fretta dicendogli che la sorella aveva avuto un incidente. A quel punto Vallanzasca è stato fermato da un addetto alla sicurezza che ha trovato la merce rubata.
L'ex bandito, che ora rischia di perdere la semilibertà (il 10 luglio ci sarà un'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza) non ha saputo dire al giudice perché sia stato “incastrato”. «Alla fine di quest'anno sarei riuscito ad ottenere la libertà condizionata dopo 42 anni passati di carcere - ha detto - tutto questo ora rischia di essere vanificato».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Luglio 2014, 12:39
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