Lega, campagna elettorale pagata dai vincitori
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Lega, campagna elettorale pagata dai vincitori degli appalti: l'ironia del web

di Angela Calzoni
Liste d’attesa inesistenti, create solo per spingere i pazienti a farsi curare i denti a pagamento. Pazienti truffati anche sulle spese da affrontare, perché indotti «a ricorrere alla prestazione a pagamento nella convinzione che il costo del ticket sanitario sarebbe stato di poco inferiore».

È questo il quadro che emerge dall’indagine coordinata dal pm di Monza Manuela Massenz e condotta dai carabinieri, che ha portato all’arresto dell’ex parlamentare della Lega Nord Fabio Rizzi, oggi consigliere regionale e presidente della commissione Sanità del Pirellone. Fedelissimo di Maroni, Rizzi è stato anche l’ideatore della riforma del sistema sanitario fortemente voluta dal governatore. In carcere sono finiti anche l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, titolare dell’Odontoquality di Arcore, che dal 2004 ad oggi si sarebbe aggiudicata appalti per 400 milioni creando una sorta di monopolio nella gestione delle cure dentali negli ospedali lombardi. In tutto sono 21 le persone coinvolte nell’operazione smile - questo il nome dell’inchiesta - indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio.

Tra loro ci sono anche 11 funzionari pubblici, accusati di aver favorito l’ascesa della Odontoquality di Maria Paola Canegrati, che progettava anche di espandere le sue mire nel settore delle “dentiere per anziani”. I pazienti, fanno notare i giudici, erano privi «di qualsiasi tutela» di fronte ad un sistema così articolato e senza controlli. Impossibile anche denunciare. Lo dimostra il caso di una signora curata nel 2006 all’ospedale Niguarda per un fungo alla bocca. La donna, che nei mesi successivi è deceduta, in realtà aveva un tumore e quando si è rivolta al primario di un altro reparto, nella speranza di essere guarita, era ormai troppo tardi.

L’episodio è stato denunciato ai carabinieri dal dottor Cirincione, primario in pensione del reparto di chirurgia maxillofacciale dell’ospedale Niguarda. Il medico, dopo aver riferito l’errore del dottor Vincenzo Nicotra, capo della clinica odontoiatrica, ai vertici dell’ospedale, era stato fermato e «sollevato dai compiti di controllo». Episodio che per il gip dimostra come la Canegari, già nel 2006, «godesse di appoggi e protezioni all’interno dell’amministrazione» tali da permettere a lei e ai medici che lavoravano con lei di «farla franca».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Febbraio 2016, 09:05
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