Un quartiere a luci rosse anche a Milano?
La proposta spacca il centrosinistra

Un quartiere a luci rosse anche a Milano? ​La proposta spacca il centrosinistra

di Simona Romanò
Milano come Amsterdam: un quartiere a luci rosse in città, così com'è stato chiesto nei giorni scorsi a Roma.





A lanciare ieri la proposta in consiglio comunale, dividendo la maggioranza, è stato il capogruppo di Sel, Mirko Mazzali: «Non per ghettizzare le prostitute ma per creare un luogo in cui non si determino fastidi per i cittadini. Troviamo un quartiere isolato dove avviare la sperimentazione e dove anche chi sceglie come attività quella di mercificare il proprio corpo possa essere tutelato e non crei disagi alla popolazione». Spesso si sollevano le proteste di comitati cittadini che devono sopportare il caos e il degrado di trans e lucciole. Ma il quartiere hard, ufficiale e riservato a chi si prostituisce è un tabù che fa scoppiare la bagarre nel centrosinistra.



L'idea del Sel fa insorgere l'ala cattolica del Pd, con Andrea Fanzago che su facebook parla di «proposta delirante, mai affrontata dal partito». La zona del sesso a pagamento incassa il no anche dell'assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, che sempre su facebook affida il proprio pensiero: «Il rischio di creare il ghetto c'è e ci sarebbe».

Nicchia invece l'ecologista del Pd Carlo Monguzzi, che sulla sua pagina social dichiara: «Non mi entusiasmo, ma forse è l'unica soluzione. Dobbiamo aiutare le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi».



All'attacco anche il centrodestra. Il capogruppo della Lega, Alessandro Morelli, favorevole ad abolire la legge Merlin delle case chiuse, annuncia «una mozione» e lancia la provocazione «di un eros center in via Watteau», sede del Leoncavallo, pronto alla regolarizzazione. E Riccardo De Corato (FdI) rilancia «un referendum per la parziale abolizione della legge Merlin».
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Febbraio 2015, 10:20
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