Pietro e Ale, il ricordo dei vicini: "Lei bella
e solare, lui aveva già tentato il suicidio"
di Salvatore Garzillo
Troppo difficile quel ragazzo con la passione per le moto e per il suo husky, in un instabile equilibrio emotivo che l'anno scorso l'aveva spinto a tentare il suicidio lanciandosi dal tetto.
«Alessandra l'ho vista l'ultima volta proprio ieri pomeriggio - ha raccontato la custode del suo palazzo in una traversa di viale Zara - educata, solare, bella come sempre, so che stamattina doveva andare all'università per le pratiche di iscrizione».
I genitori, frastornati e increduli, non riescono a trovare una spiegazione. Un'amica della ragazza dice che loro non sapevano che stesse ancora frequentando Pietro. «Era la loro unica figlia - ha continuato la portinaia - ovviamente era la loro principale ragione di vita. Ad Alessandra non facevano mancare nulla, anche se era stata educata con principi abbastanza severi».
Tutt'altra storia per Pietro, adottato da bambino da una coppia di professionisti. Attico tutto per sé, motociclette, nessun problema economico e tanta libertà. Nulla di strano, del resto. Eppure da tempo un disagio si era impossessato di lui. «Lo vedevamo spesso in giro con la moto o col suo cane - ricorda uno dei ragazzi del quartiere - aveva la faccia da bonaccione, veniva da una famiglia agiata. Sapevamo tutti che l'anno scorso aveva tentato il suicidio, ma sembrava che avesse superato tutto. Lei, invece, era piena di vita».
Si erano conosciuti negli anni del liceo: Pietro era allo scientifico Carducci, Alessandra al classico dai Salesiani. «Era stata una storia di ragazzi, nulla di importante - commenta la custode - Pietro lo avevo visto andare e venire in questo palazzo come tanti altri compagni di scuola e amici di Alessandra, erano mesi però che non è più stato qui. Avreste dovuto vederla - conclude commossa - aveva appena tagliato i capelli, era ancora più carina».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Settembre 2014, 11:15
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