Milano, denuncia choc:
bimbi dormono in stazione

Milano, denuncia choc: bimbi dormono in stazione
Bambini di 4, 5 anni che dormono in Stazione Centrale, sdraiati su cartoni lerci mentre intorno sfilano veloci e distratti i viaggiatori: uno dei drammi dell’esodo di profughi siriani che ogni giorno, a centinaia, approdano a Milano per sfuggire dalla guerra.





A denunciare la situazione è la consigliera di Zona 2, in quota Forza Italia, Silvia Sardone, che ha scattato l’altro ieri alcune foto: «Si vedono piccoli, probabilmente siriani, addormentati su cartoni di fortuna o sul freddo marmo dell’atrio della Stazione». Contrariamente a quanto accade di solito, quando i rifugiati sono accolti e visitati dai volontari, per poi essere trasportati nei centri del Comune dove trovano un letto e del cibo, i piccoli si stavano riposando a terra. Sicuramente esausti dal viaggio in treno dal sud dell’Italia e forse in attesa di riprendere un convoglio verso il nord Europa, soprattutto Svezia, Germania, Olanda.



Secondo la Sardone, «erano abbandonati a loro stessi». E l’emergenza umanitaria sfocia in querelle politica: «È vergognoso - attacca la forzista - che governo e Comune, dello stesso colore, non si assumano la responsabilità». Non ci sta l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, sempre in prima fila con il collega alla Sicurezza, Marco Granelli, per assicurare una brandina a tutti i fuggitivi: «Speculare sui bambini senza fare nulla per aiutarci è da infami. Milano finora ha accolto 35mila profughi, tra cui 12mila bambini, mentre Regione e governo ci lasciano soli. Ma dov’è il centrodestra quando il Pirellone ci impedisce d’aprire un presidio sanitario in Centrale? Non è accettabile, ma assicuro che i bambini non trascorrono le nottate in Stazione».

I dati parlano chiaro. «Tutte le sere ospitiamo circa 1400 profughi - precisa Granelli - e siamo al limite». Stracolmi i centri e i dormitori, da via Aldini a Saponaro. Piena anche l’area dell’ex Palasharp, attrezzata con le brande. La situazione agita Palazzo Marino, soprattutto in vista del brutto tempo. Chiede a Roma d’affrettare i tempi per l’apertura straordinaria del Cie di via Corelli, prestato per sei mesi dal Viminale per gestire l’emergenza profughi. Manca ancora il via libera ufficiale dal ministero dell’Interno. Da predisporre i ritocchi organizzativi: le porte blindate non saranno chiuse a chiave e non sarà attivato il controllo di polizia. «Il governo si dia una mossa per velocizzare l’iter burocratico», ribadisce Majorino.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Settembre 2014, 09:46
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