Dall'Italia alla jihad, non solo Fatima:
spunta un nuovo foreign fighter lombardo
di Angela Calzoni
Dalle indagini condotte dalla Digos e coordinate dal pm Paola Pirotta e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli è emerso che, negli ultimi mesi del 2014, un aspirante mujahidin marocchino che abitava Avellino ha lasciato il Paese e ha raggiunto i territori del Califfato. A parlarne, nell'udienza di ieri mattina, è stata Cristina Villa, funzionario della sezione antiterrorismo della Digos, sentita nel processo che vede Maria Giulia Sergio, il marito Aldo Kobuzi, il padre Sergio Sergio e altre due persone imputate per terrorismo internazionale.
Gli inquirenti milanesi sono riusciti a risalire al marocchino grazie alle intercettazioni effettuate su un cellulare turco in possesso di tre facilitatori dello Stato Islamico. I tre erano incaricati di accogliere i potenziali foreing fighers, dare loro documenti falsi e aiutarli ad attraversare il confine con la Siria. In tutto sono 22 i numeri di fiancheggiatori dell'Isis tenuti sotto controllo dagli inquirenti milanesi, che hanno intercettato telefonate in arrivo da Svezia, Belgio, Spagna e Francia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Settembre 2016, 09:39
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