La giovane cooperante bergamasca, rapita in Siria insieme all'amica Greta Ramelli da un gruppo jihadista, e liberata il 15 gennaio, è stata infatti vittima inconsapevole di un vero e proprio sciacallaggio social, tra l'altro del tutto infondato. Non bastavano le polemiche per il rapimento e il presunto riscatto, né le bufale sulle serate in discoteca come special guest. Vanessa è stata anche accusata di aver combattuto con un'organizzazione jihadista, a causa di una foto che ritrae una ragazza che le somiglia imbracciare un lungo fucile.
A cascarci, sin da ieri pomeriggio, sono stati in molti, compreso lo scrittore Nicolai Lilin. E sui social si sono susseguite la rabbia, l'indignazione e le più becere offese. Peccato che la ragazza col fucile sia semplicemente una guerrigliera curda impegnata nella resistenza di Kobane. La somiglianza con Vanessa c'è, ma la foto di una giovane donna a volto scoperto e vestita con abiti occidentali difficilmente sarebbe stata permessa da un gruppo islamico ultraconservatore come l'Isis. Prima di premere invio sulla nostra tastiera, accertiamoci dei fatti e pensiamo attentamente a cosa stiamo scrivendo, così come quando conversiamo in pubblico: essere soli davanti a uno schermo non può essere un alibi per scatenare la nostra rabbia repressa.
LA FOTO DELLA GUERRIGLIERA CURDA
Kurdish freedom fighters #YPG #Kobanî #Kurdistan #TwitterKurds pic.twitter.com/meGfW865Sw — Kurdish Photo (@KurdishPhoto1) 3 Gennaio 2015
IL POST DI NICOLAI LILIN
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Marzo 2016, 10:36
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