Stazione Tav, l’indagine choc: "Una discarica sotto il parcheggio"

Stazione Tav, l’indagine choc: "Una discarica sotto il parcheggio"

di Marco Di Caterino
Afragola. Qui, dove l’orizzonte spazia tra campi di broccoli e di patate e una parte dello skyline del Rione Salicelle, un posto difficile, vanno tutti di fretta. Che è una cosa diversa dall’Alta Velocità. Questa accorcia le distanze. La fretta, invece, è la mamma di tutti gli errori. E gli orrori. Nella fretta di mettere in funzione la bellissima stazione «La Porta del Sud», opera della compianta archistar Zaha Hadid, di errori ed orrori ne sono stati commessi parecchi. Ad alta velocità, invece, si è mossa la Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco, che spiazzando davvero tutti ha voluto vederci chiaro, affidando a un pm esperto e navigato qual è Giovanni Corona il compito di verificare se tutto era a posto.

Tutto? Quasi niente, a parte i binari e quei meravigliosi «missili» che sono i treni Tav. E così nel day after del clamoroso blitz della task force composta dai carabinieri dei Nas di Napoli, dagli ispettori dell’Asl Na2Nord, dai Vigili del Fuoco e dai carabinieri della compagnia di Casoria, coordinati sul posto dallo stesso pm Giovanni Corona, salta fuori un’altra incredibile vicenda. Una storia di monnezza, pardon di rifiuti speciali di cantiere e chissà cos’altro, tombati sotto l’area del parcheggio – che si è scoperto essere completamente abusivo - gestito dalla Metropark: storia andata avanti con il benestare dell’ufficio tecnico del Comune, presso il quale non è stato ancora depositato il certificato di agibilità e collaudo (mentre risulta quello di un’agibilità parziale, un nonsenso in edilizia). Dunque, il parcheggio è finito sotto lente della magistratura per questo motivo. In un primo momento l’ufficio tecnico comunale aveva chiesto al costruttore della stazione di effettuare le analisi sui rifiuti li interrati, compreso un controllo della sottostante falda freatica, cosi come prevede la legge in materia. Però dieci giorni dopo, con un colpo di mano, negli stessi uffici comunali quell’area subiva un cambio di destinazione, grazie al quale tutte quelli analisi e soprattutto i tempi necessari per effettuarle e anche quelli per una eventuale bonifica di colpo venivano cancellati. E allora gli inquirenti vogliono accertare cosa sia stato sepolto sotto l’area di sosta del parcheggio Ovest e se questi rifiuti abbiamo in qualche modo inquinato il sottosuolo e la falda acquifera, a che a meno di cento metri è utilizzata dai contadini a piene mani per irrigare le coltivazioni. Ma c’è ancora di più. Accanto a questa presunta discarica sulla quale ora si lasciano in sosta le auto, è ubicata quella zona sulla quale è previsto uno svincolo di collegamento stazione-asse mediano. Proprio lì, durante i lavori di sbancamento sbucò dal sottosuolo un’intera automobile, sepolta da qualche anno.

A fare da corollario questo singolare rinvenimento, una piccola ma «ben fornita» discarica interrata.
E nemmeno in questo caso si è saputo più nulla nemmeno sulla natura dei rifiuti, che se rimossi chissà dove sono stati portati. Insomma c’è una indagine molto delicata su un tema che nella Terra dei Fuochi tocca sempre i nervi scoperti di quanti ci abitano. Intanto il giorno dopo il blitz, con l’unico bar sequestrato, il parcheggio inibito (ma non alle auto, che da ieri sostano gratis) e le gravi carenze riscontrate in materia di sicurezza, con zona cantiere e diretto contatto con quella dei passeggeri e l’incredibile vicenda del climatizzatore ancora al palo perché manca il motore e le bocchette antiincendio trovate a secco, al Comune c’è stata una vera processione diretta verso l’ufficio tecnico per risolvere il pasticcio dei permessi e autorizzazioni. Calmo invece il clima nella stazione, che sussulta poco, solo all’arrivo del treno. «Sono di Casoria – dice Ivana D’Aniello – e la stazione di Afragola mi consente di evitare Napoli. Peccato che non ci siano le indicazioni, quando arrivi in questo labirinto di cavoli e broccoli». Più pacioso della stazione lo è davvero Salvatore Cacciapuoti, viso abbronzato – ma non per il mare, per il sole che picchia sul parabrezza – autista del bus Ctp sulla linea Giugliano–Stazione Tav. Sbadiglia e racconta: «Da domenica e fino ad oggi, non ho portato nemmeno un passeggero. Per favore, pubblicizzate i nostri percorsi». Cala la sera, e una bocchetta antincendio «piange» litri e litri d’acqua nei pressi dello scalone d’ingresso. Troppa grazia e troppa acqua dopo mesi di arsura, e le guarnizioni non hanno retto. Troppa fretta.

Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Giugno 2017, 16:22
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