Scuola, i test Invalsi slittano al 6-7 maggio.
Studenti in rivolta. Il Pd contro il suo ministro
di Lorena Loiacono
Ed è così che lo sciopero indetto dai Cobas per boicottare la prova Invalsi del 5 maggio prossimo è stato a sua volta boicottato dal ministero della pubblica istruzione che ha posticipato di un giorno lo svolgimento dei test rendendo vano, quindi, lo sciopero per l'intera giornata indetto anche Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. Una mossa inaspettata su cui i sindacati sono letteralmente insorti definendola una «intollerabile imposizione - ha denunciato Piero Bernocchi, leader dei Cobas - illegittima e antisindacale da parte del Miur per boicottare lo sciopero. La possibilità di un rinvio è prevista solo in casi eccezionali e doveva essere inviata con protocollo antecedente al 28.10.2014. Diffidiamo il Miur dal procedere: abbiamo avviato urgenti passi legali».
Spostando la prova del 5 maggio al 6 e quella del 6 al 7, si va incontro solo al blocco dei Cobas indetto per il 6 mentre per il 7 lo sciopero è impossibile visto che la legge 146/90 impedisce di scioperare per tre giorni consecutivi. Tuona anche il M5S che parla di «un’entrata a gamba tesa nei confronti della scuola e una chiara manifestazione di ostilità nei confronti della prossima manifestazione di massa».
Sulle stesse posizioni anche gli studenti che definiscono lo slittamento «un atto gravissimo e senza precedenti - spiega Danilo Lampis dell'Unione degli Studenti - il governo continua a millantare un processo democratico inesistente». E sul ministro Giannini non si placa la protesta per aver dato degli squadristi ai docenti che l'hanno contestata durante la Festa dell'Unità a Bologna: «È sbagliato - sottolineano il presidente Pd Matteo Orfini e il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini - la scuola è il cuore del cambiamento dell'Italia, evitiamo che diventi oggetto di scontri ideologici e sopra le righe».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Aprile 2015, 09:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA