Pordenone, decapitata a 7 anni. La piccola
Hiba era felice per il ritorno del papà killer

Decapitata a 7 anni, la piccola Hiba era felice per il ritorno ​del papà killer: "Ora sta meglio"

di Cristina Antonutti
PORDENONE - Hiba, sei anni, scarpette rosa e piccoli orecchini d’oro che spuntavano da un cesto di capelli neri e ricci. E' il ritratto della bimba uccisa ieri notte dal padre.

Sono le sei del pomeriggio di martedì quando la signora Giuseppina Pinto la guarda giocare nel fazzoletto di erba davanti a casa, in via San Vito 22. «Giocava con una scatola - racconta l’anziana - la riempiva di terra, la calpestava e poi si puliva le manine. Era così bella». Accanto a lei Cristina Callegaro annuisce: «Una bambina molto carina e attaccata ai genitori».







Martedì per Hiba, nata a Rabat il 16 settembre 2008, era stata una giornata speciale: gita al parco di San Floriano organizzata dalla scuola, la padre Marco d’Aviano di via Noncello, dove frequentava la 1A. La madre le aveva preparato il pranzo al sacco ed era felice, come raccontano le altre mamme, perchè era riuscita a riempire lo zainetto con gli snack di cui Hiba era ghiotta. Ed eccola al mattino trotterellare assieme ai compagni di classe, contenta dell’insolita giornata di scuola, sorridente come sempre.







Hiba è rientrata dalla gita alle 17, ma ad aspettarla non c’era nessuno. Il papà Abdelhadi Lahmar e la mamma Touria Errebaibi hanno fatto confusione con l’orario. Lahmar, che martedì pomeriggio era molto agitato e ha discusso a lungo in strada con alcune persone di colore, è stato visto uscire di corsa verso le 17.30. Arrivato a scuola ha trovato Hiba in lacrime. A consolarla c’era un’altra mamma che abita proprio nel caseggiato accanto a quello della famiglia Lahmar. Ma poi, abbracciato il papà, tutto è passato ed eccola giocare sotto casa, vicino alle scale dell’ingresso.



È rimasta lì fino alle 18 passate, con la sua scatola rosa, come le scarpette e la borsetta rimasta sul divano verde della cucina, accanto a una coccardina tricolore, a un paio di animaletti di pezza e a un disegno che aveva appena finito di colorare: Biancaneve che danzava con Mignolo. E a Biancaneve aveva dipinto il vestito di un giallo sgargiante, come quello che i bambini usano quando disegnano il sole. Perchè Hiba in questi giorni era raggiante per il ritorno del papà. Anche a scuola, dove ieri pomeriggio la mamma era attesa per un colloquio (fissato alle 15.40), ricordano la felicità della bambina. «Posso solo dire della gioia immensa della bambina per il ritorno del padre. Nulla più», mormora una maestra. Perchè a scuola tutti ricordano come Hiba, sempre sorridente, fosse dispiaciuta per la lontananza del padre. Con la mamma era andata in Marocco a fargli visita. «Il papà torna quando starà meglio», aveva riferito in classe quando era rientrata a Pordenone.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2015, 11:29