Napoli, morto nell'incidente a piazza Municipio.
Il calcio la grande passione di Gennaro

Morto nell'incidente a piazza Municipio. Il calcio la grande passione di Gennaro

di Maria Elefante
Voleva essere puntuale come ad ogni allenamento. Al campo di calcio di Posillipo però hanno atteso invano. Era lì che Genny si stava recando ieri mattina. E forse quando si è trovato accanto a quel mostro di acciaio, non avrebbe mai girato la manopola del gas. Sul motorino era molto attento. Portava sempre il casco allacciato e - come hanno precisato amici e familiari - non correva mai ed era assicurato.



Ma quella manopola dell'acceleratore l'ha girata per inseguire il suo sogno. Il richiamo del pallone. Il campo verde su cui aveva imparato a correre da piccolo. Negli spogliatoi di Posillipo gli volevano tutti un gran bene. Il completino verde e la maglia numero cinque. Il suo ruolo era quello di difensore e lo era anche al di là del pallone. Lo era in famiglia, con i suoi fratelli più piccoli verso cui aveva un grande senso di protezione. Un legame speciale con il secondo fratello di 4 anni più piccolo ed un grande amore per il fratellino nato appena pochi anni fa. Differenze di età che non gli impedivano di essere uniti nel gioco. Li rendeva complici proprio il pallone di cuoio e la passione per le maglie dei grandi club europei.



Una passione che Genny era riuscito a coltivare uscendo da Spaccanapoli in sella al suo cinquantino, un Liberty Piaggio nero, e raggiungendo la collina a strapiombo sul mare. In quella scuola calcio i ragazzini provenienti da ogni quartiere sono tutti uguali. «Era un ragazzo semplice, buono e ha dato tanto a tutti i ragazzi della squadra che giocavano con lui». Nel vicolo dietro piazzetta Nilo i papà dei compagni della scuola calcio si sono affollati per lasciare un abbraccio a mamma Stefania e papà Luigi. Anche i fratelli Sommella titolari della scuola calcio posillipina hanno partecipato al dolore dei familiari.



I genitori non si sono mossi dal loro appartamento. Papà Luigi riusciva a ripetere solo poche parole: «Genny è la mia vita», un rosario infinito. In quel dolore immenso e composto però non sono mancati attimi di confusione. I compagni di classe sono arrivati nel primo pomeriggio mentre fuori al vicolo di casa c'erano tutti gli amici di famiglia e i dipendenti del bar che la famiglia gestisce. «Non doveva succedere, Genny era un angelo. Non doveva succedere a lui» il nonno materno, Francesco Melucci, cerca di trattenere le lacrime e sul telefonino clicca su Facebook per aprire il profilo di suo nipote, la foto di Genny compare e non riuscendo più a trattenere la disperazione bacia lo schermo del suo smartphone dove è apparsa la fotografia di Gennaro con una dedica fatta dagli amici.



«Non riesco a spiegarmi come sia potuto accadere - bisbiglia il nonno - com'è possibile che a quell'ora ci sia stata una betoniera in strada, era l'ora di punta mentre tutti stavano andando a lavoro e c'era gente per strada». Sotto accusa la questione viabilità. «I cantieri per il metrò cambiano quasi ogni giorno - continua nonno Francesco - e molto spesso questi cambiamenti non sono segnalati adeguatamente». Accertamenti, quelli sui cantieri, che non mancheranno nel fascicolo d'indagine portato avanti dagli uomini della polizia municipale guidati dal capitano della sezione infortunistica stradale Ciro Colimoro. A guidare i rilievi sul posto il capitano Giuseppe Caiazzo.
Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Settembre 2015, 17:38