Nuova strage di migranti in Sicilia: 10 morti,
salvati in 439. Mille persone in arrivo sulle coste

Nuova strage di migranti in Sicilia: 10 morti, salvati in 439. Mille persone in arrivo sulle coste

di Valeria Arnaldi
ROMA - «L’immigrazione è un problema che riguarda tutti gli Stati membri, non è più Mare Nostrum ma Europa nostra”. Parole chiare quelle spese ieri dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans durante la presentazione dei risultati del primo dibattito orientativo del collegio sull’Agenda europea sulle migrazioni.





Nella sola giornata di martedì sono stati circa mille i migranti salvati nel Canale di Sicilia dalla guardia costiera. E ci sono nuove vittime, 10 morti nel naufragio di un gommone al largo della Libia. Numeri che hanno spinto Bruxelles a anticipare a maggio l’Agenda europea sulle migrazioni.



Immediato l’allarme in Italia per i flussi sempre più consistenti diretti verso la Sicilia. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, grida all’invasione: «Altri 10 morti e 900 clandestini pronti a sbarcare. A Roma e a Bruxelles ci sono tasche piene e mani sporche di sangue. Stop alle partenze, stop alle morti, stop invasione! Renzi e Alfano, siete pericolosi per gli italiani e per gli immigrati».



L’attenzione europea, ora, è puntata sulla necessità di una più ampia strategia. E, forse, più elastica. L’Europa «non è naif - ha dichiarato il commissario all’immigrazione Dimitris Avramopoulos - e se vuole risolvere il problema dell’immigrazione irregolare deve cooperare con le dittature». Le iniziative congiunte Ue-Africa non legittimeranno questi regimi, dice il commissario: «Bisogna cooperare nei campi in cui abbiamo deciso di combattere contrabbando e traffico di esseri umani». Occorrerebbe rendere possibile la richiesta di asilo politico nei Paesi di origine: Bruxelles sta pensando di «nominare una sorta di responsabile dell’immigrazione nelle nostre delegazioni» nei vari Paesi.



Intanto, di possibile alleanza contro il nemico comune rappresentato dall’Isis si parla per le fazioni contrapposte di Tripoli e Tobruk, in Libia. L’ipotesi, secondo quanto dichiarato dall’inviato speciale dell’Onu Bernardino Leon, «non è mai stata così vicina in questi ultimi 7-8 mesi». L’opzione sarà discussa oggi in Marocco alla presenza dei rappresentanti di entrambe le fazioni.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Marzo 2015, 08:13