Regeni, nuovi dettagli dall'autopsia:
collo spezzato e crisi respiratoria

Giulio Regeni, l'autopsia: "Una morte lenta e dolorosa"

di Mario Fabbroni
«La morte di Regeni è un pugno nello stomaco, Giulio ha subìto una violenza inumana e animalesca. Nessuno potrà riportarlo alla vita ma bisogna portare a galla la verità». Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, sintetizza i sentimenti di tutti quando la bara con il corpo dello studente 28enne ucciso in Egitto atterra a Fiumicino. Ma la verità sull’omicidio è ancora molto lontana.

Basti l’ennesima notizia che rimbalza da fonti del Cairo, dove l’autorevole quotidiano filo-governativo egiziano Al Ahram riferisce che Regeni avrebbe partecipato ad una festa di completanno e poi sarebbe sparito. Peccato che i tweet di un’amica, preoccupata per il mancato arrivo di Regeni alla festa, faccia comprendere esattamente il contrario. Depistaggi, ricostruzioni sbagliate, scarsa collaborazione delle autorità egiziane.
«Certamente la collaborazione» dell'Egitto nell'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni «non è da dare per scontata», anticipa l’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari, che però sfida il paese dei faraoni sul «piano della credibilità internazionale». Nel corso dell'esame autoptico sul cadavere, oltre alla frattura fatale di una vertebra cervicale causata da un colpo al collo, sarebbero emerse anche altre fratture. Non sembrerebbero invece emersi segni di abusi sessuali.

Ma soprattutto non è stato possibile stabilire con certezza la data della morte del giovane: si attende l'esito di studi di laboratorio, che potranno durare anche più giorni. Ancora l’ambasciatore Massari, durante la trasmissione in Mezz'ora di Lucia Annunziata. svela un retroscena: «Dopo aver avuto la notizia che avevano trasportato Giulio all'obitorio del Cairo, mi sono subito recato lì. E ho assistito alla scena drammatica del suo corpo che mostrava inequivocabili segni di violenza, percosse e tortura. Avevamo appena iniziato il ricevimento per 250 businessman italiani e egiziani all'ambasciata quando abbiamo deciso di sospendere tutto: il ricevimento e la visita del ministro Guidi, per rispetto nei confronti di Giulio e la sua famiglia».
A Fiumicello una fiaccolata tenta di portare almeno un po’ di luce sul giallo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Febbraio 2016, 13:01
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