Si rischiò una tragedia. La coppia venne inseguita fino al capoluogo in quello che sembrava un vero e proprio agguato. A finire in manette era stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, noto alle Forze dell'Ordine, con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina. La partecipazione ed il ruolo rivestito dall'uomo nell'agguato non era ancora ben chiara agli investigatori che ora, dopo ulteriori indagini, sono arrivati a identificare, almeno parzialmente, i presunti autori dell'agguato. Il suocero del giovane e la figlia avrebbero, infatti, deciso di vendicarsi del tradimento del marito della seconda. Quest'ultimo aveva deciso di lasciare la moglie per stringere una relazione sentimentale con una ragazza di Giovinazzo, nonostante fosse stato richiamato più volte a tornare fra le mura domestiche.
A corroborare la tesi investigativa degli inquirenti una telecamere posizionata a pochi metri dal luogo del tentato omicidio. La ricostruzione non è stata semplice perchè anche il 28eenne C.C. ha dei precedenti penali. Ad un certo punto, da un'auto di colore scuro, partirono dei colpi di pistola calibro 7,65. Due degli occupanti (il terzo alla guida sarebbe in via di identificazione) scesero dalla vettura. Furono 5 i colpi esplosi in tutto. Il 28enne rimise in moto l'utilitaria e fuggì ad alta velocità verso Bari, con l'auto scura alle calcagna, fino a quando, all'altezza dell'Hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di uno pneumatico, la folle corsa si interruppe e l'auto che inseguiva si dileguò.
I carabinieri, poche ore dopo, ritrovarono in campagna su un albero, una pistola ritenuta l'arma dell'agguato.
Confermato il movente della spedizione punitiva, riconducibile ai dissidi familiari, oggi sono scattate, nuovamente, le manette per Cassano, con l'accusa di tentato omicidio, in concorso con la figlia, arrestata e sottoposta ai domiciliari.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Aprile 2017, 10:32
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