I giovani bamboccioni? Crisi e disoccupazione
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I giovani bamboccioni? Crisi e disoccupazione ​non c'entrano, è tutta colpa della lasagna

di Enrico Brignano
La chiamano “generazione 1000 euro”, perché se riescono a guadagnare qualcosa arrivano a quella cifra (e sempre più difficilmente, negli ultimi tempi); Padoa-Schioppa li ha infelicemente chiamati “Bamboccioni”, Martone “sfigati”. I giovani tra i 24 e i 35 anni sono sempre stati bistrattati, sminuiti e, diciamolo pure, “perculati” nel corso dei vari governi.



Ma cos'è che tiene questi ragazzi a casa con mammà invece che in un bel loft termoautonomo, entrata indipendente, a fare party un giorno sì e l'altro pure? Ho provato a darmi delle risposte. Quella più ovvia è la mancanza di denaro. Lo so, lo so, in molti dicono che i giovani non si adattano a lavori anche umili, che non hanno voglia di fare niente, che non sono disposti a rischiare, a trasferirsi, a rinunciare all'idea del posto fisso.



Il posto fisso è monotono, lo ha detto Monti. E la Fornero gli dava ragione: il che potrebbe anche essere vero, se non fosse che poi sua figlia di posti fissi ne ha trovati due (uno nell'Università in cui insegnano i genitori).

Una noia terribile, poverina. Che per i comuni mortali trovare lavoro non sia semplice mi pare un’ovvietà, checché ne dica la nostra classe politica. Poi certo, ci saranno pure quelli che non hanno voglia di fare niente; ma ci sono anche quelli che cercano di farsi un cu… un curriculum di tutto rispetto, solo che spesso si trovano davanti datori di lavoro che cercano apprendisti con esperienza... ma non è una contraddizione in termini? No no, tradotto in soldoni (sì, magari!) significa che si ricerca qualcuno con esperienza da pagare poco – o anche niente – come fosse un apprendista.



Hai voglia, Brunetta, a dire che vorrebbe che a 18 anni per legge i ragazzi se ne andassero fuori casa! “Eppure nel nord Europa succede! In Scandinavia solo un giovane su 25 vive ancora a casa dai suoi; in Italia due giovani su 3”. Ma sono certo che hanno ragione i nostri politici: la colpa è dei ragazzi e non di una politica economica che non crea occupazione. E c’è una ragione evidente, sotto gli occhi di tutti, che non mi spiego come non sia stata ancora tirata in ballo durante le discussioni in parlamento: se i giovani restano a casa, la colpa è della cucina mediterranea.











Certo! Come si fa ad abbandonare la polpetta di famiglia? Sarebbe accettabile trasferirsi in uno scantinato umido perché non ci si può permettere di più, andrebbe bene anche farsi sottopagare pur di fare esperienza… ma come rinunciare alle lasagne, alle fettine panate, al tiramisù di mamma per robaccia surgelata cotta al microonde? Ecco perché in Scandinavia vanno via di casa: tanto si mangia male comunque! Ma la soluzione politicamente più illuminante e soprattutto pratica è stata senza dubbio quella di un nostro ex premier che, a una precaria carina, ha consigliato candidamente di trovarsi un uomo ricco e non pensarci più.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Settembre 2015, 10:44
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