Uno studio conferma l'ipotesi: le bufale web sulle presidenziali U.S.A. più lette delle notizie vere

Uno studio conferma l'ipotesi: le bufale web sulle presidenziali U.S.A. più lette delle notizie vere

di Adriano Padua
Negli ultimi tre mesi della campagna presidenziale americana, le bufale elettorali più performanti su Facebook hanno generato più condivisione delle notizie delle principali agenzie di stampa e giornali, come il New York Times, Washington Post, NBC News, e altri.

Questo è il risultato di un'analisi del sito di news BuzzFeed, secondo cui le 20 storie fasulle più seguite, pubblicate da blog faziosi o da siti di bufale veri e propri, hanno generato 8,7 milioni di condivisioni e reazioni su Facebook nei tre mesi precedenti alle elezioni dell'8 novembre. Invece, i 20 articoli di notizie vere sulle elezioni pubblicati dai quotidiani più autorevoli, tra cui New York Times, Washington Post, Huffington Post, avrebbero ottenuto solo 7,4 milioni di condivisioni e reazioni.
La ricerca di BuzzFeed ha pure rilevato che più la data dell'elezione si avvicinava, più la condivisione dei contenuti falsi su Facebook aumentava. 

Nei giorni scorsi Google e Facebook erano corse ai ripari contro le bufale, ammettendo il problema che prima avevano negato. Le due società, oramai fonte di informazione per gli utenti, hanno infatti deciso di tagliare la pubblicità e i relativi guadagni ai siti che diffondono notizie false.

La prima ad annunciare misure contro le bufale è Google sul cui motore di ricerca nei giorni scorsi si è diffusa una notizia falsa relativa al risultato elettorale: se si cercava 'conteggio finale delle elezioni 2016' si arrivava ad un link che metteva in evidenza come Trump avesse vinto anche il voto popolare. «Abbiamo chiaramente fatto un errore ma lavoriamo continuamente per migliorare il nostro algoritmo», ha spiegato un portavoce di Big G.

A poche ore di distanza è arrivata una identica decisione di Facebook. Il social è stato additato come uno dei principali responsabili della vittoria di Trump a seguito della diffusione di notizie false, tra cui il presunto sostegno di papa Francesco al candidato repubblicano. E Zuckerberg è intervenuto direttamente per dire che le accuse sono «folli». A mettere benzina sul fuoco in queste ore è però Gizmodo, la stessa testata che ha sollevato il problema della manipolazione dei Trending Topics. Secondo il sito, Facebook avrebbe già gli strumenti per cancellare le bufale, ma non li ha usati nel timore di attrarre critiche dai conservatori. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Novembre 2016, 21:20
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