Strage Tunisi, il racconto di un sopravvissuto:
"La gente moriva, noi nascosti sul balcone"

Strage a Tunisi, il racconto di un sopravvissuto: "La gente moriva, noi nascosti sul balcone"
"Non ho idea di come sia l'inferno, ma credo che si avvicini molto a quello che è successo lì dentro". Nell'attacco terroristico di Tunisi ci sono state 24 vittime, di cui quattro italiane; un assalto organizzato e senza pietà, che ha raccontato Alberto Di Porto sulle pagine del Corriere della Sera, intervistato nell'ospedale Charles Nicol, nelle ore successive all'assalto. Alberto, 71 anni di Roma, aveva regalato il viaggio alla moglie Anna, viaggio che nel momento più bello si è trasformato in un incubo. "Mentre eravamo nel museo mi sono affacciato dal balcone e ho visto degli uomini armati aprire il fuoco sui nostri compagni di crociera e fare irruzione - racconta l'uomo - mia moglie non ha visto, ma ha subito capito che stava succedendo qualcosa di terribile". Poi gli attimi di terrore, e quel balcone che diventa l'unico posto sicuro, che la coppia condivide con alcuni tursti giapponesi: "Eravamo a terra, in lacrime mentre si sentivano urla, spari ed esplosioni di granate. Al centro della sala davanti al nostro nascondiglio potevo vedere un uomo sdraiato in una pozza di sangue, senza vita".







Poi l'arrivo delle forze speciali tunisine mette fine all'incubo: "Erano ovunque, anche sul balcone di fronte al nostro. Un soldato mi ha mimato di stare nascosti e poi hanno iniziato a sparare da tutte le parti. Sono stati momenti terribili, ma ancora peggiore è stato il silenzio che è venuto dopo". Il racconto prosegue con il viaggio in ospedale, con i coniugi italiani che sono costretti a dividersi, prima di potersi ritrovare soltanto qualche ora dopo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Marzo 2015, 10:29
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