Il Pentagono: "L'Italia si è offerta come guida
in Libia". I nostri militari anche a Mosul

Il Pentagono: "L'Italia si è offerta come guida in Libia". I nostri militari anche a Mosul

di Stefania Cigarini
ROMA - Sarà l’Italia a comandare l’intervento delle forze militari della coalizione internazionale anti-Isis in Libia.

Lo ha esplicitamente affermato, ieri, il segretario alla Difesa americano, Ash Carter: «L’Italia, essendo così vicina, ha offerto di prendere la guida in Libia. E noi abbiamo già promesso che li appoggeremo con forza». La coalizione - formata da diciannove Paesi aderenti all’Onu - dovrebbe entrare in campo quando un governo libico si sarà formato. «Speriamo al più presto» ha aggiunto Carter che, come il resto della comunità internazionale si è augurato che ciò avvenga presto; considerando che un primo tentativo, domenica scorsa, al parlamento di Tobruk, è andato a vuoto per la mancanza di numero legale.

Il dibattito sulla qualità dell’intervento italiano in Libia - soprattutto sullo schieramento di forze di terra - è già argomento di scontro in parlamento. Oltre ai commando antiterrorismo destinati ad operazioni mirate, l’Italia - che ha già dato l’ok all’utilizzo della base di Sigonella per il decollo dei droni Predator - dovrebbe mettere in campo - come gli alleati francesi e britannici - navi ed aerei. 

La tecnologia italiana - il gruppo Trevi - dovrebbe invece occuparsi di salvare la diga di Mosul, in Iraq. Il colossale sbarramento sul fiume Tigri, durante il conflitto con l’Isis ha subito danneggiamenti e non ha avuto la dovuta manutenzione. Una situazione di grave emergenza - segnalata dal governo iracheno e dall’intelligence Usa a gennaio, che hanno consigliato l’evacuazione delle popolazioni vicine - che potrebbe essere fatale con l’ingrossamento stagionale delle acque. Il gruppo italiano che dovrebbe intervenire è invece in attesa di concretizzare il contratto con il ministero delle Risorse Idriche iracheno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Marzo 2016, 08:47
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