Vedova si scontra con Apple per eredità digitale:
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Vedova si scontra con Apple per eredità digitale: deve recuperare la password del computer
OTTAWA - Secondo le ultime volontà del marito David, scomparso lo scorso agosto per un tumore ai polmoni, la signora Peggy Bush di Victoria, in Canada, aveva ricevuto in eredità quasi tutto: la casa nella quale avevano a lungo vissuto insieme, l'automobile, la pensione.
Poi, un giorno, giocando a Solitario sull'iPad (anche quello ereditato), la signora Bush vide comparire sullo schermo un messaggio di errore. Il dispositivo aveva bisogno di essere riavviato e per farlo era necessario digitare la password dell'account Apple di David.



L'unico problema era che il defunto si era dimenticato di lasciarla scritta da qualche parte. Inizia da qui un'odissea, non ancora del tutto conclusa, che ha portato la 72enne vedova e sua figlia Donna a scontrarsi con l'assenza o l'ambiguità di norme che regolino l«eredità digitale' della quale ciascuno, in epoca di Internet, smartphone e dispositivi vari dovrebbe poter disporre.

Secondo un servizio che l'emittente canadese Cbc ha dedicato alla vicenda, rilanciato negli Usa dal Washington Post, recuperare la password del signor David è stato per la signora Bush assai più complicato che compilare tutte le pratiche necessarie per entrare in possesso del resto dell'eredità. Per prima cosa, la signora Bush e la figlia Donna si rivolsero alla Apple, chiedendo di poter recuperare la password e resettare l'account.

Per farlo erano però richiesti una copia del testamento e il certificato di morte del signor Bush. Ottenuti i documenti, le due donne richiamarono la Apple che rispose di essere completamente all'oscuro della vicenda. Nessuno ne aveva preso nota.

Dopo alcuni mesi e parecchie telefonate e dopo avere inviato una copia autenticata dal notaio dei documenti richiesti (oltre ai numeri di serie dell'iPad e del Mac portatile del defunto signor Bush), Apple non era ancora soddisfatta. Serviva «un'ordinanza di un giudice».

«Ero completamente sconcertata», ha raccontato Donna, la figlia della signora Bush. Ottenere un'ordinanza da un giudice è cosa piuttosto complicata e lunga, oltre che costosa, visto che si deve ricorrere ad un avvocato. Donna decise allora di rivolgersi direttamente al vertice di Apple, inviando una lettera all'amministratore delegato Tim Cook e spiegandogli quanto assurda fosse divenuta la vicenda.

Dopo qualche tempo, Donna ricevette una telefonata dall'assistenza clienti Apple che confermava che purtroppo, la politica dell'azienda era quella e non c'era niente da fare. Solo dopo che la Cbc mandò in onda il servizio dedicato alla vicenda, la Apple si fece viva, scusandosi per il «malinteso» e adoperandosi per risolvere la questione, senza dover ricorrere ad un tribunale. Nel frattempo, la signora Bush e la figlia avevano fatto in tempo ad aprire un nuovo account Apple (perdendo però tutte le app acquistate attraverso il precedente account) e comprare un nuovo portatile (non un Mac).
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Gennaio 2016, 22:53
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