Il Papa a Cuba, migliaia di fedeli all'Avana.
Poi la stretta di mano con Fidel Castro -Foto

Il Papa a Cuba, in migliaia per la messa all'Avana. Poi la stretta di mano con Fidel Castro
L'AVANA - Papa Francesco celebra messa in Plaza de la Revolucion, all'Avana, la piazza teatro dei grandi raduni cubani, caratterizzata dal celebre ritratto murale di Che Guevara.

Il 'servizio' agli altri, invocato da papa Francesco nella messa all'Avana, "non è mai ideologico - ha detto -, dal momento che non serve idee, ma persone"



Francesco è arrivato con la "papamobile" aperta ed è stato accolto con una grande ovazione della folla - la piazza può contenere fino a 600 mila persone - che sventola bandierine di Cuba e del Vaticano e canta inni locali.



Il Pontefice impartirà personalmente la prima comunione a dieci bambini. E' la prima volta che questo accade in un viaggio di un Papa. Prima di iniziare la messa, davanti alla sacrestia Francesco ha incontrato brevemente alcuni rappresentanti di altre confessioni cristiane presenti a Cuba.







Per la visita del Papa è stata realizzata una grande scritta "Missionero de la misericordia". Ad attenderlo, tra migliaia di persone, ci sono anche il presidente cubano Raul Castro e la presidente dell'Argentina Cristina Kirchner, giunta nell'isola caraibica già da ieri.









L'ARRIVO "Usa e Cuba siano esempio per il mondo, il mondo è assetato di pace", lo sottolinea Papa Francesco nella seconda giornata della sua visita all'Avana, dove è stato accolto dal presidente Raul Castro.



IL PROGRAMMA Nel pomeriggio, alle 16.00 (le 23.00 in Italia), la visita di cortesia al presidente Raul Castro nel Palazzo presidenziale, con il colloquio privato tra i due e quello bilaterale tra la delegazione vaticana con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e i rappresentanti del governo. Il programma della giornata prevede poi la celebrazione dei Vespri con il clero locale nella cattedrale dell'Avana, alle 17.15 (il Italia sarà già lunedì) e il saluto ai giovani nel Centro culturale padre Felix Varela alle 18.30. Sempre oggi, anche se non è confermato ufficialmente, dovrebbe aver luogo un incontro di papa Francesco con l'anziano leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro.







LE PAROLE DI CASTRO "Profondo affetto e ospitalità" - "Il governo e il popolo cubano lo accolgono con profondo affetto, rispetto e ospitalità". Lo ha sottolineato il presidente Raul Castro, accogliendo il Papa all'aeroporto.



CONTRO L'EMBARGO "L'embargo a Cuba provoca danni umani e privazioni alle famiglie ed è crudele, immorale e illegale - ha ricordato Castro -. Abbiamo ringraziato il suo sostegno al dialogo tra gli Stati Uniti e Cuba. Il ristabilimento dei rapporti diplomatici è stato un primo passo verso la normalizzazione dei vincoli tra i due Paesi, che richiedera' la soluzione di problemi e ingiustizie", ha poi aggiunto.



PAPA FRANCESCO HA INCONTRATO FIDEL CASTRO Papa Francesco ha incontrato all'Avana l'anziano leader della rivoluzione cubana Fidel Castro. Lo ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.



FOTO STRETTA DI MANO CON FIDEL CASTRO Diversi media hanno diffuso una fotografia dell'incontro oggi all'Avana tra il Papa e Fidel Castro. Nell'immagine, Jorge Mario Bergoglio stringe la mano a Fidel, che indossa una camicia bianca e una tuta da ginnastica blu. L'immagine, diffusa dall'agenzia Ap, è stata scattata da Alex Castro, fotografo e figlio dell'ex presidente cubano.



"AL CLERO SERVE UNITÀ" Incontrando il clero di Cuba nella cattedrale dell'Avana per la liturgia dei Vespri, papa Francesco ha raccomandato «unità», invitando a rifuggire dall'«isolamento» e anche dall'«uniformità». Il Papa, nel discorso scritto e consegnato, ha esortato a non farsi prendere da «una coscienza che tende ad isolarsi, a rifugiarsi nelle proprie certezze, sicurezze, nei propri spazi, a disinteressarsi della vita degli altri, chiudendosi in piccole 'aziende domestiche', che rompono il volto multiforme della Chiesa». «La tristezza e l'isolamento non prevalgano nel nostro cuore», ha avvertito. Il Papa ha quindi richiamato all'«unità», ma ammonendo che «è frequente confondere unità con uniformità, con un fare, sentire e dire tutti le stesse cose». «Questo non è unità, ma omogeneità», ha aggiunto.



"CONFLITTI E DISCUSSIONI NECESSARI" «I conflitti, le discussioni nella Chiesa sono auspicabili e, oserei dire, addirittura necessarie. Segno che la Chiesa è viva e lo Spirito continua ad agire e continua a renderla dinamica». È quanto ha detto papa Francesco nel suo discorso consegnato al clero incontrato nella cattedrale dell'Avana per la cerimonia dei Vespri. «Guai a quelle comunità dove non c'è un sì o un no! - ha aggiunto - Sono come quegli sposi che non discutono più perché hanno perso l'interesse, hanno perso l'amore».

Il Papa ha chiesto «a Dio che faccia crescere in noi il desiderio di prossimità. Che possiamo essere prossimi, stare vicini, con le nostre differenze, propensioni, stili, però vicini. Con le nostre discussioni, le nostre 'litigate', parlando di fronte e non alle spalle». E ha poi sottolineato che «quando ci sono volti tristi è un segnale di allarme, di qualcosa che non va bene». «Quanto è importante, che preziosa testimonianza per la vita del popolo cubano - ha quindi concluso - è quella di irradiare sempre e dappertutto questa gioia, nonostante le stanchezze, gli scetticismi, a volte anche la disperazione, che è una tentazione molto pericolosa che atrofizza l'anima!».



"DIO VUOLE LA CHIESA POVERA" «Dio la nostra madre Chiesa la vuole povera, come ha voluto povera la nostra santa madre Maria». Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso 'a braccio' al clero nella cattedrale dell'Avana. «Amate la povertà come madre - ha affermato - e semplicemente vi suggerisco di chiedervi: come sta il mio spirito di povertà? Come sta la mia spoliazione interiore? Credo che possa far bene alla nostra vita consacrata, alla nostra vita presbiteriale. E dopo tutto non dimentichiamoci la prima delle Beatitudini: 'beati i poveri di spirito', quelli che non sono attaccati alla ricchezza, al potere del mondo».

Riferendosi al saluto del cardinale Ortega, il Papa ha detto che «ha pronunciato una parola molto scomoda, che va controcorrente rispetto a tutta la struttura culturale del mondo: ha detto 'povertà' e l'ha ripetuta varie volte, e penso che il Signore ha voluto che l'ascoltassimo varie volte e che l'accogliessimo nel nostro cuore». «Lo spirito del mondo non la conosce, non la ama, la nasconde - ha proseguito -, non per pudore, ma per disprezzo». Rivolgendosi ai religiosi, il Papa ha detto che «bisogna saper amministrare i beni, perché i beni sono un dono di Dio, ma quando questi beni entrano nel cuore e guidano la tua vita hai perso. Non sei più come Gesù». «Quante anime distrutte - ha sottolineato - che hanno cominciato bene e poi si è come appiccicato loro addosso l'amore per questa mondanità ricca e sono finite male, ovvero sono diventate mediocri, senza amore. Perché la ricchezza impoverisce - ha concluso -, ma impoverisce male: toglie il meglio che abbiamo e ci rende poveri. E il meglio che abbiamo è lo spirito di povertà, lo spirito di spoliazione, lo spirito di lasciare tutto per seguire Gesù».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Settembre 2015, 10:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA