Marò, tutto quello che non torna: "Proiettili
incompatibili e testimonianze-fotocopia"

Marò, tutto quello che non torna: "Proiettili ​incompatibili e testimonianze-fotocopia"
Il caso dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è approdato all'Itlo (Tribunale internazionale per il diritto del mare) durante l'estate. L'India intende processare i fucilieri di marina per l'omicidio dei due pescatori avvenuto nel febbraio 2012, ma c'è più di un aspetto che nella vicenda non torna.





Ad occuparsi del caso è stato Quotidiano.net. Diverse incongruenze e coincidenze sospette fanno dubitare molto della bontà della tesi dell'India, che oltretutto ad Amburgo ha fatto giungere alcune testimonianze dei pescatori sopravvissuti invece di limitarsi a chiedere la competenza territoriale per il processo ai due marò. Ecco quali sono tutti gli aspetti poco chiari della vicenda:



- TESTIMONIANZE-FOTOCOPIA L'India ha inviato all'Itlo le deposizioni scritte di due pescatori sopravvissuti, il marinaio Kinserian e il comandante Bosco, rispettivamente 49 e 34 anni. Sorprende come, in entrambi i testi, risulti storpiato il nome della nave ('Enrica Lexi' invece di 'Lexie'), a differenza dei nomi e cognomi di Girone e Latorre, scritti correttamente: un'impresa non facile per chi non conosce la lingua italiana. Entrambi i pescatori parlano di «spari improvvisi e non provocati e difficoltà economiche dopo l'incidente ed un'agonia mentale», situazione ribadita anche da un terzo membro del peschereccio, Michael Adimai, che ha deposto il 4 agosto scorso.



- PROIETTILI INCOMPATIBILI? A sorpresa, e forse per errore, l'India ha depositato ad Amburgo, come allegato numero 4, anche l'autopsia fatta sui corpi dei due pescatori uccisi. Nella seconda pagina del documento si legge che il proiettile estratto dal cervello di uno dei pescatori presentava «un’ogiva lunga 31 millimetri, con una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella parte più larga». I proiettili in dotazione ai marò sono però lunghi appena 23 millimetri, quindi appare improbabile che ad uccidere i pescatori siano stati i mitra Minimi e Beretta Ar 70/90 utilizzati da Girone e Latorre.



- IL GPS Un altro particolare da non sottovalutare. Una volta giunta la Saint Anthony in porto, dopo l'incidente, il comandante Bosco non consegnò subito il gps alla polizia, bensì otto giorni dopo, insieme ad un vecchio computer mal funzionante. In questo modo avrebbe potuto disporre di tutto il tempo per modificare i dati della navigazione registrati dal dispositivo.



- LA BEFFA DI AMBURGO Il 24 agosto scorso l'Itlo ha sospeso tutte le procedure giudiziare indiane, ma gli emissari di New Delhi hanno comunque consegnato le testimonianze dei pescatori, ribadendo tutte le accuse contro i marò. Inoltre, il Tribunale internazionale non si è espresso sulla richiesta italiana di far tornare in patria Girone.
Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Settembre 2015, 09:56
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