Cristiani perseguitati, Vaticano: "La libertà
religiosa non è garantita nel 60% del Pianeta"

Cristiani perseguitati, Vaticano: "La libertà ​religiosa non è garantita nel 60% del Pianeta"
ROMA - Nel mondo non è ancora garantita la libertà religiosa. È quanto risulta dal Rapporto 2014 sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, fondazione di diritto pontificio.

Il 60% del Pianeta, infatti, non concede la libertà di culti e se i Paesi in cui le violazioni sono particolarmente gravi sono 20 nel mondo, comunque su 196 Stati in 116 questo diritto trova qualche ostacolo. E la situazione è peggiorata negli ultimi due anni. E se in Africa, pur con le sue sacche di estremismo, la gente di diverse religioni convive bene, e lo stesso discorso vale per l'America Latina, cresce l'intolleranza in Europa.



CRISTIANI PERSEGUITATI In Asia invece resta la situazione più difficile. Tra le minoranze sono i cristiani quelli maggiormente perseguitati. "Ne muore uno ogni cinque minuti", è stato ricordato oggi dai curatori del Rapporto Acs. "La libertà religiosa è un diritto fondamentale e condizione imprescindibile di ogni società libera e giusta", sottolinea nella prefazione al dossier Paul Bhatti, ex ministro pakistano per l'Armonia nazionale e fratello di Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze ucciso nel 2011. Il clima nei Paesi rispetto alla tolleranza e al rispetto di chi vive la propria fede peggiora di anno in anno. Sono solo 6 i Paesi al mondo dove la situazione è migliorata ma tra questi sono inclusi anche Stati in cui le limitazioni al diritto sono elevate. E anche in Italia, dove gli ostacoli alla fede sono 'lievi', comunque la situazione risulta in peggioramento.



'GENOCIDIO' DEI CRISTIANI E' dal Medio Oriente che arrivano le notizie più preoccupanti e oggi, in occasione della presentazione del Rapporto, ha portato la sua testimonianza l'irachena Pascale Warda, cristiana, ex ministro per le Politiche migratorie e fondatrice della Società irachena per i diritti umani. Ha parlato di 'genocidio', di cristiani che continuano ad abbandonare la propria terra, di conversioni imposte, di chiese distrutte e ricostruite e poi distrutte di nuovo, come quella di San Giovanni Battista a Baghdad. "Chiediamo l'aiuto della comunità internazionale - dice - perché noi comunque non abbiamo perso la speranza". "Siamo convinti - ha commentato il presidente di Acs, Johannes Heereman von Zuydtwyck - che non si debba attenuare la preoccupazione per il destino di coloro che sono perseguitati e oppressi per la loro fede, siano essi iracheni, siriani o nigeriani, e senza distinzioni tra musulmani, cristiani o credenti delle altre religioni". In ogni caso - è stato evidenziato - oggi più che i politici sono i leader religiosi a doversi pronunciare con forza contro la violenza nel nome della fede. Ma non bisogna andare troppo lontano per vedere la libertà religiosa minacciata.



"L'Europa è sempre stata considerata la culla dei diritti umani e invece - fa presente Martin Kluger membro dell'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani - alcuni dei diritti fondamentali sono stati messi alla prova.
E queste provocazioni riguardano di preferenza le persone che professano una religione". Ci sono crimini per odio, vandalismo, marginalizzazione ma anche "nuove restrizioni legali contro i cristiani". L'Osservatorio lo scorso hanno ha contato 41 leggi nei diversi Paesi europei che "colpiscono sfavorevolmente i cristiani".

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Novembre 2014, 18:47
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