I superstiti di Hiroshima e Nagasaki attaccano
il governo di Tokyo: "Basta menzogne" -Foto

I superstiti di Hiroshima e Nagasaki attaccano il governo di Tokyo: "Basta menzogne"
Le persone sopravvissute agli attacchi nucleari di Hiroshima e Nagasaki chiedono al governo di Shinzo Abe di riconoscere le atrocità commesse anche dal Giappone prima e durante la Seconda guerra mondiale denunciando fra l'altro il negazionismo che si riflette nei libri di testo e nelle ricostruzioni storiche dei musei, oltre che il neo revanchismo della leadership.





«La scena della città di Nagasaki in fiamme mi rimane impressa nella memoria anche 70 anni dopo il bombardamento», spiega Michiko Harada, 76 anni, che il mese prossimo sarà negli Stati Uniti per raccontare la storia di quel giorno, e che non nasconde la sua preoccupazione per il rifiuto del premier e di altri esponenti politici giapponesi di ammettere le atrocità commesse dal Giappone. Il paese «deve come prima cosa riconoscere le aggressioni che fece in tempo di guerra e chiedere scusa. Se non lo fa, non può essere efficace, anche quando cerca di raccontare ad altri paesi l'orrore delle bombe nucleari», afferma la donna. «Quando ero piccolo, ci insegnavano che il Giappone è un paese divino e che ha iniziato la guerra nel Pacifico per liberare l'Asia. Stiamo ora vivendo una situazione simile con il governo di Abe», afferma Kazutoshi Otsuka, 80 anni, del Consiglio dei sopravvissuti di Nagasaki, citando due diversi libri di storia appena pubblicati da due editori vicini al premier in cui si glorifica l'aggressione militare giapponese, e ricordando quando il premier aveva detto di fronte al parlamento due anni fa: «la definizione precisa di aggressione deve ancora essere stabilità sia fra gli accademici che nella comunità internazionale».



BUGIE E NEGAZIONI Nessuno dei sette libri di storia adottati nelle scuole pubbliche fanno alcun riferimento alle 'donne del conforto', le 20mila donne, molte delle quali coreane, costrette a seguire l'esercito come schiave sessuali. Al Museo nazionale di storia giapponese di Sakura neanche. E c'è solo un breve accenno, senza alcun riferimento al nome di Pearl Harbor, all'inizio della guerra: «nel dicembre del 1941 il Giappone ha lanciato un attacco a sorpresa contro gli Stati Uniti e la Gran Bretagna». Niente di più. Sunao Tsuboi, quasi 90 anni, sopravvissuto di Hiroshima con un orecchio mutilato e cicatrici sul viso, ammette di essere stato, 70 anni fa, un ardente nazionalista, per via della propaganda ufficiale. «Il Giappone cerca sempre di nascondere le verità scomode» sulla sua storia, spiega. «Ero pienamente convinto che l'imperatore fosse dio ed ero pronto a morire per lui». L'esplosione della bomba lo ha portato subito a pensare «a come potersi vendicare degli Stati Uniti», contro cui nutrì risentimento per altri vent'anni, ma ora critica il suo paese per aver dato enfasi al vittimismo e nascosto le sue di aggressioni. Abe l'altro giorno «avrebbe dovuto offrire scuse sincere», sarebbe stato «il primo passo» nella direzione giusta. «Conosciamo in prima persona la miseria e la natura disumana dell'aggressione con la bomba atomica. Tuttavia, dietro questi bombardamenti ci sono il militarismo, l'espansione coloniale e l'uccisione di 20 milioni di persone in Asia da parte del Giappone», afferma Shozo Muneto, ex pastore della Chiesa di Cristo a Hiroshima, studente universitario 18enne quando ci fu la prima esplosione il sei agosto del 1945. «È il Giappone ad aver iniziato la seconda guerra sino giapponese e la Guerra nel Pacifico. Gli attacchi atomici sono stati una conseguenza di questo», aggiunge.
Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Agosto 2015, 23:43
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