Gaza, razzo sui civili: oltre 130 il numero dei morti.
Missili verso Gerusalemme e Tel Aviv: nelle prossime ore l'attacco

Gaza, razzo sui civili: oltre 130 il numero dei morti. Missili verso Gerusalemme e Tel Aviv: nelle prossime ore l'attacco
ROMA - Sale il bilancio delle vittime a Gaza: 25 morti e una ventina di feriti causati dell'esplosione di un razzo sparato da un drone israeliano verso un capannello di persone nel rione Sheikh Radwan di Gaza.

Un nuovo raid aereo israeliano ha causato stasera a Gaza City almeno altri 15 morti, portando il totale delle persone uccise oggi nella Striscia a 45 (circa 150 da lunedì), secondo le stime dei servizi di soccorso medico locali palestinesi. L'attacco ha colpito un edificio e una moschea, hanno riferito le stesse fonti da Gaza.



Da lunedì, il numero complessivo delle vittime è salito a 132. I feriti superano i mille.



Dalle ore 21 locali (le 20 in Italia) Hamas ha iniziato un nutrito lancio di razzi verso Tel Aviv, Ashqelon, Beit Shemesh e su altre località nel centro di Israele. Alcuni razzi indirizzati su Tel Aviv sono stati intercettati dalle batterie di difesa Iron Dome, secondo prime informazioni frammentarie.



«Nelle prossime ore, alla luce del fatto che Hamas si nasconde dietro ai civili, cambieremo il modo di agire ed inizieremo ad evacuare i civili palestinesi nel nord della Striscia di Gaza, da dove partono i razzi a lungo raggio». Lo ha riferito un importante ufficiale dell'esercito israeliano secondo quanto riporta Ynet News. I civili riceveranno dei messaggi nei quali sarà loro chieso di evacuare le la zona. «Dopo l'evacuazione -ha aggiunto l'ufficiale- ci sarà nella zona un attacco significativo».



«È stata una strage», dicono i passanti. I morti in totale salgono così a 127. Fonti locali riferiscono da Sheikh Radwan che l'attacco dell'aviazione israeliana era nell'aria e che un piccolo gruppo di persone sostava ben visibile in mezzo a una strada. Ma il razzo è stato sparato egualmente, provocando la morte di diversi adulti ed è stato colpito anche un orfanotrofio, provocando la morte di tre piccole disabili. Lo riferisce la agenzia di stampa Quds Press.



UCCISI DUE NIPOTI DI HANIYEH Era la casa di una parente di Ismail Hanieyh (l'ex capo dell'esecutivo di Hamas a Gaza) l'obiettivo dell'aviazione israeliana a Sheikh Radwan nel cui attacco sono rimaste uccise sei persone. Secondo fonti locali, fra gli uccisi ci sarebbero due suoi nipoti. Haniyeh intanto, da parte sua, segue gli eventi da una località segreta.



Hamas intanto minaccia anche i voli civili sull'aeroporto di Ben Gurion, a Tel Aviv, ma le compagnie internazionali, che usano un coridoio aereo protetto, non interrompono i voli. Khaled Meshal, il leader politico di Hamas che vive nel Qatar, starebbe però lavorando a un cessate il fuoco.

















La situazione quindi non si sblocca e lo scontro in corso non sembra destinato ad allentarsi. Ad essere

minacciato ieri dai razzi di Hamas è stato l'aeroporto Ben Gurion, lo scalo internazionale di Tel Aviv. La fazione islamica ha avvertito le compagnie aeree che è meglio che fermino i voli. Israele è apparso determinato a proseguire nel suo intervento sulla Striscia: nonostante la preoccupazione espressa ieri del presidente Usa Barack Obama per l'escalation, il premier Benyamin Netanyahu ha ammonito che «nessuna pressione internazionale impedirà ad Israele di agire contro i terroristi». E ha ribadito che un'azione di terra è possibile e che l'esercito è pronto anche a questa opzione.



«Soppesiamo tutto, ci prepariamo a tutto», ha dichiarato Netanyahu che ha anche addossato alla fazione islamica la responsabilità delle vittime visto che «si nasconde dietro la gente». Ma gli analisti

non sembrano essere d'accordo sull'eventualità di un'azione di terra in grande stile con i carri armati. Altri sostengono che se avvenisse uno sconfinamento nel territorio di Gaza, questo sarebbe limitato a pochi chilometri e mirerebbe alla «pulizia» dei tunnel.



Da Gaza, Hamas ha annunciato di «essere pronta a combattere per mesi» assicurando che sta «scrivendo una nuova pagina» che «il nemico dovrà sottoscrivere». Sul possibile ingresso nella Striscia ha ammonito: se Israele lo facesse «noi siamo già pronti ad uccidere o a rapire i suoi soldati», ha detto all'agenzia Ansa il portavoce dell'organizzazione Fawzi Barhum. «Israele ha preso una decisione stupida e ridicola quando ha avviato questa guerra, senza prevederne le conseguenze. Hamas non si arrenderà, farà anzi pagare ad Israele appieno il prezzo della sua scelta».



La situazione nella Striscia, dove le case, le infrastrutture e gli edifici pubblici sono stati fortemente danneggiati, è pesantissima. Dopo l'apertura dell'altro ieri del valico di Rafah per far passare i feriti, venerdì è stato richiuso dalle autorità egiziane. E non si entra e non si esce.



Su Israele, in particolare al sud e nella zona centrale del paese oramai sotto costante minaccia, anche ieri sono arrivati i razzi: 77, ha riferito il portavoce militare sottolineando che Hamas li «nasconde nelle scuole». C'è stato anche un razzo sparato dal Libano su nord di Israele, ma Hezbollah ma negato ogni suo coinvolgimento.



A Tel Aviv ieri le sirene di allarme sono risuonate per due volte (la seconda in serata) e alcuni detriti dei razzi intercettati sono caduti in alcuni quartieri. Ad Ashdod sul litorale prossimo a Gaza sette persone sono rimaste ferite quando un razzo ha centrato una stazione di benzina. Due soldati sono stati feriti anche loro da un missile.



La diplomazia internazionale che l'altro ieri si è mossa in grande stile, oggi è sembrata meno attiva. «Da giorni - ha però detto il ministro degli esteri italiano Federica Mogherini - assistiamo ad attacchi

indiscriminati su aree civili. È inaccettabile la minaccia che Hamas pone alla sicurezza di Israele, con il costante lancio di razzi su obiettivi civili. Ed è ogni giorno più pesante e intollerabile il bilancio delle

vittime palestinesi».
Bisogna «tornare subito - ha aggiunto - al cessate il fuoco». A questo proposito la tv di stato israeliana ha rivelato che il leader politico di Hamas Khaled Meshal, che vive nel Qatar, starebbe lavorando, in contrasto con i dirigenti dell'organizzazione nella Striscia - ad un cessate il fuoco.

Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Luglio 2014, 09:36