Nove accoltellati in Minnesota, l'Isis rivendica: l'aggressore era un 22enne di origini somale

Minnesota, l'Isis rivendica. L'attentatore 22enne: "Vado a comprare l'iPhone"
WASHINGTON - L'Isis rivendica l'accoltellamento di nove persone ieri in un centro commerciale in Minnesota e negli Stati Uniti torna l'incubo del lupo solitario che ispirò la strage di Orlando e di San Bernardino.


Il Califfato ha prontamente rivendicato il tentativo di strage di un uomo che avrebbe invocato Allah e chiesto ad almeno una delle vittime se era musulmano, prima di essere ucciso da un poliziotto fuori servizio. Si tratta, secondo media locali, di un americano di origini somale di 22 anni, Dahir Adan, apparentemente senza un passato sospetto o di violenza. Era uno studente della locale università e lavorava part-time come guardia di sicurezza, circostanza che può spiegare perché ha agito con una divisa da 'security officer'. Insomma, un terrorista insospettabile cresciuto «in casa».



 «L'esecutore degli attacchi con un coltello condotti ieri in Minnesota era un un soldato dello Stato Islamico, in risposta agli appelli a colpire i cittadini di Paesi appartenenti alla coalizione dei crociati», ossia alla coalizione internazionale anti-Isis, ha annunciato l'agenzia Amaq, organo della propaganda del gruppo jihadista, costringendo l'Fbi ad indagare l'attacco come un «possibile atto di terrorismo».
 

La rivendicazione getta un'ombra inquietante sull'America nel pieno della campagna elettorale, insieme agli interrogativi e alle preoccupazioni alimentate dall' «atto intenzionale» nel cuore della Grande Mela e dall'esplosione in New Jersey. Tutto è cominciato intorno alle 20 locali, un'ora prima del panico a New York. L'autore dell'assalto saluta la famiglia dicendo di uscire per comprare un iPhone7. Poi entra con un'uniforme da private security nell'affollato mall Crossroads Center di St. Cloud, una tranquilla cittadina di 65 mila abitanti, un centinaio di km a nordest di Minneapolis. Dopo aver inneggiato ad Allah, comincia ad accoltellare i clienti a caso in varie zone: corridoi, aree comuni, negozi. La gente fugge terrorizzata ma nove persone finiscono sotto i suoi colpi, fortunatamente non fatali: cinque sono già state dimesse. L'assalitore avrebbe chiesto ad almeno una delle sue vittime se era di fede islamica. A mettere fine alla sua azione sanguinaria, evitando conseguenze peggiori, è stato un poliziotto fuori servizio, Jason Falconer, acclamato poi come un 'eroè dalle autorità locali. Inizialmente la polizia locale era stata cauta, rifiutandosi di definirlo un atto di terrorismo. Ora l'Fbi dovrà valutare l'attendibilità della rivendicazione dell'Isis e soprattutto capire se il gruppo terrorista aveva pianificato l'attacco o ne era a conoscenza, oppure ci ha messo semplicemente il 'cappellò, come ha fatto in altre occasioni.
 

Ad identificare l'assalitore è stata la stessa comunità somala locale, che ha condannato l'attacco come un gesto individuale. Il suo leader, Abdul Kulane, ha riferito che per quanto a conoscenza della famiglia e della comunità Adan non aveva alcuna storia di violenza (la polizia ha trovato solo alcune violazioni stradali minori) ed era conosciuto come uno studente brillante dell' Apollo High school e poi della St. Cloud State university. St. Cloud si trova ad un centinaio di km da Minneapolis, dove c'è la più importante comunità di origine somala degli Usa, le cui relazioni con le autorità sono talvolta tese. Nell' aprile dello scorso anno, il procuratore federale e l'Fbi avevano arrestato sei giovani americani di origine somala che tentavano di unirsi all'Isis in Siria. Lo shopping center è rimasto in 'lockdown' (chiuso) sino alle prime ore di oggi, quando gli ultimi clienti sono potuti uscire e riabbracciare i propri familiari. Adonis Samuel, 42 anni, del posto, era fuori del centro commerciale ad attendere la moglie Roxanne che lavorava all'interno: «Mi ha telefonato e mi ha detto che si stava nascondendo sotto la cassa con un cliente. Poi mi ha richiamato per assicurarmi che era in salvo in una zona sicura», ha raccontato. «Improvvisamente ho sentito bum, bum, bum», ha riferito Harley Exsted, che si trovata nello shopping center con la moglie. «Ho pensato che qualcuno avesse rovesciato uno scaffale, poi ho visto la gente fuggire e siamo fuggiti anche noi».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Settembre 2016, 09:38
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